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Alla ricerca di un orientamento sui mercati

4/5/2023 | Redazione Advisor

I segnali economici sono ancora contraddittori, la lettura data dal mercato azionario è diversa da quella del mercato obbligazionario. Come devono comportarsi gli investitori? Il commento di GAM (Italia) SGR


I segnali economici sono ancora contraddittori, la lettura data dal mercato azionario è diversa da quella del mercato obbligazionario. Come devono comportarsi gli investitori? Carlo Benetti, market specialist di GAM (Italia) SGR, analizza quanto sta accadendo sui mercati.

 

“Le banche centrali si trovano in una “terra incognita”, alle prese con una serie di mali economici scaturiti da tassi mantenuti bassi per molto tempo e messi in evidenza da Edward Chancellor nel suo “Il prezzo del tempo” e da Claudio Borio della Banca dei Regolamenti Internazionali” spiega Benetti. “Un primo effetto negativo dei tassi bassi è stata l’allocazione dei capitali verso cattivi investimenti, i tassi inferiori al tasso naturale r* costituiscono un ostacolo più basso, gli investimenti si indirizzano così verso progetti con rendimenti attesi inferiori. Come conseguenza, ecco un secondo effetto negativo, il denaro a basso costo ha tenuto in vita aziende che in un contesto di tassi di interesse normali sarebbero fallite”.

 

“La politica monetaria ultra-accomodante – prosegue – ha tenuto in piedi migliaia di aziende “zombie” che concorrono a schiacciare verso il basso la produttività. I tassi bassi hanno consentito inoltre l’allungamento delle catene di fornitura globali ma, scriveva profeticamente Chancellor, quando i tassi aumenteranno la globalizzazione subirà necessariamente una brusca retromarcia. Ci troviamo esattamente a questo punto di svolta, il ritorno alla normalità dei tassi è come un assestamento di faglie geologiche che genera scosse in superficie, gli edifici più fragili si incrinano o crollano”.

 

“La vicenda della Silicon Valley Bank è stata un colpo duro per il sistema delle piccole banche americane – aggiunge Benetti – nel prossimo futuro saranno verosimilmente più conservative nell’erogazione dei prestiti e l’impulso al credito potrebbe indebolirsi ulteriormente, la crescita della domanda contrarsi. A maggio la Fed potrebbe aumentare i tassi di un altro quarto di punto, la paura di una crisi bancaria sistemica è rientrata ma i rialzi dei tassi e le più severe condizioni del credito impatteranno sulla crescita”.

 Benetti evidenzia che nei mercati “sembra tornata la razionalità, le ultime sedute della settimana scorsa hanno registrato il prevalere del principio di realtà sulle emozioni, sono tornati gli acquisti sui titoli azionari e sul settore bancario”. A differenza del mercato azionario, quello obbligazionario prende invece sul serio “il nuovo storytelling delle tensioni nel settore bancario e dell’economia prossima alla recessione, i prezzi dei futures scontano tagli dei tassi da parte della Federal Reserve entro la fine dell’anno, uno scenario che comporta rallentamento economico e inflazione sotto controllo”.

 

I fatti però mostrano uno scenario diverso, “l’inflazione di base non mostra ancora una significativa decelerazione e di certo non aiuta la decisione a sorpresa dei paesi Opec+ dei tagli alla produzione di greggio”.

 

Benetti fa notare che i tassi stanno cominciando a pesare sulla crescita e gli impulsi al credito stanno rallentando un po’ ovunque, la crisi bancaria affligge le economie “avanzate ma non coinvolge i paesi emergenti dove, tra l’altro, l’inflazione sui beni alimentari sta decrescendo.

 La Cina, il grande catalizzatore dell’area asiatica, sta cercando di sostenere la crescita in tutti i modi, l’obiettivo del governo è compensare la crescita insoddisfacente del 2022 con una crescita attorno all’obiettivo nell’anno in corso, meglio se sopra, anche di poco. La domanda è se gli sforzi governativi si manifesteranno in un impulso positivo al credito. I nuovi prestiti sono stati deboli, ma le recenti misure politiche sembrano di supporto, l’attività dovrebbe riprendersi se l’impulso sarà positivo”.

 

Merita un’occhiata anche l’Europa “dove dopo i giorni di passione, nel tiro alla fune tra emotività e realtà, ha prevalso la seconda, gli operatori hanno realizzato che le banche entrate nelle cronache non sono i cavalieri dell’Apocalisse, il sistema bancario europeo è solido e il mondo non finisce né oggi né domani. L’indice MSCI Europe tratta a 12,5x gli utili (la media di lungo termine è di circa 15x) che sono attesi in crescita”.

 

In conclusione, Benetti sottolinea che “dipendiamo dall’inflazione e dai dati, ripetono i banchieri centrali, l’atteggiamento dell’investitore nelle prossime settimane sarà ancora improntato alla pazienza e alla selezione attiva di investimenti di qualità, evitando di indulgere alle narrazioni semplificatorie. Meglio mantenere un approccio cauto almeno fino a quando il profilo delle nuove condizioni finanziarie sarà meno incerto, in una direzione o nell’altra. Non c’è fretta per assumere nuovi rischi”.

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