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Asset allocation: bene i governativi UE, cautela sull’equity

4/21/2023 | Redazione Advisor

Le prospettive nel medio periodo vedono sempre favorita la parte obbligazionaria rispetto a quella azionaria, dati i maggiori rischi al ribasso per quest’ultima in un contesto di recessione. L’analisi di Generali A&WM


“Guardando avanti, il nuovo rialzo dei rendimenti ci porta ad aggiustare nuovamente le raccomandazioni tattiche di breve, ferme restando quelle di medio periodo, che vedono sempre favorita la parte obbligazionaria rispetto a quella azionaria, dati i maggiori rischi al ribasso per quest’ultima in un contesto di recessione”. È questa in sintesi la view di Generali Asset & Wealth Management sulle prospettive per le principali asset class per i prossimi mesi.

 

“Nel mese di marzo avevamo sottolineato come fosse necessario un atteggiamento tatticamente più prudente sulla parte obbligazionaria, dato il forte calo dei rendimenti” spiega Filippo Casagrande, head of insurance investment solutions . “Sottolineavamo, infatti, come l’elevata inflazione core rendeva difficile una svolta accomodante da parte delle banche centrali, specie in assenza di dati negativi sull’economia reale. Da allora, i tassi si sono mossi decisamente verso l’alto, specie nell’eurozona. Il tasso decennale Bund è, infatti, risalito da un minimo sotto il 2% fino a 2,5%, mentre il tasso Treasury USA è salito da un minio del 3,25% (il livello più basso da settembre 2022) fino al 3,60%”.

 

“Pur penalizzati dai tassi core in rialzo – prosegue Casagrande – il settore del credito ha invece segnato un recupero, grazie al calo degli spread dopo i forti allargamenti legati alle turbolenze sulle banche. Lo spread sul settore euro Investment Grade è sceso da un massimo di 195 punti base agli attuali 150-155 punti base, non lontano dai livelli pre-allargamento (il minimo dell’anno è a 140 punti base). Buon recupero anche del settore High Yield, con lo spread in calo da 550 punti base a 440, rispetto ai 400 di inizio marzo”.

 

Il calo delle tensioni sulle banche e la nuova liquidità fornita dalla Fed per gestire la situazione hanno dato nuovo stimolo anche al settore azionario, che si è riportato sui massimi di inizio anno dopo le perdite della prima metà di marzo. “Quello che è interessante notare è però la forte differenziazione settoriale” evidenzia Casagrande. “Il calo iniziale dei rendimenti ha sostenuto inizialmente lo stile Growth al danno del Value, come dimostrano le perdite iniziali sul settore bancario europeo (sceso di quasi 20% dai picchi di inizio marzo, salvo poi recuperare metà delle perdite). Protagoniste assolute le big caps americane, specie nel settore tecnologico, che hanno permesso all’azionario statunitense di sovraperformare temporaneamente i listini dell’eurozona, dopo mesi di sottoperformance ininterrotta”.

 

“Guardando avanti, il nuovo rialzo dei rendimenti ci porta ad aggiustare nuovamente le raccomandazioni tattiche di breve, ferme restando quelle di medio periodo, che vedono sempre favorita la parte obbligazionaria rispetto a quella azionaria, dati i maggiori rischi al ribasso per quest’ultima in un contesto di recessione. Sulla base di queste considerazioni – prosegue Casagrande  riteniamo opportuno mantenere un’allocazione di portafoglio basata sulle indicazioni seguenti:

 

“Per quanto riguarda i tassi governativi i rendimenti si sono aggiustati sensibilmente al rialzo nelle ultime settimane, specie in Europa. Appare quindi ragionevole cominciare a considerare nuovamente strategie di accumulazione di bond governativi europei. Riteniamo che eventuali ulteriori rialzi dei tassi siano una buona occasione per diventare più aggressivi sulla duration del portafoglio. Il discorso vale anche per gli Stati Uniti, per i quali manteniamo una preferenza di medio periodo rispetto a quelli europei, sebbene nel breve termine abbiamo un atteggiamento sostanzialmente bilanciato”.

 

Per quanto concerne il credito, “gli spread rimangono interessanti, nonostante vi sia già stato un deciso restringimento dai massimi visti a marzo. Ci piacciono in particolare le parti brevi e medie della curva (1-5 anni) e la parte senior e senior non preferred del settore bancario”.

 

Nell’azionario, “sorprende come i listini siano tornati rapidamente ai massimi, nonostante il peggioramento delle stime di crescita per il 2024, la progressiva (seppur lenta) revisione al ribasso delle stime degli utili (specie negli USA) e la graduale risalita dei tassi reali. Crediamo che la temporanea espansione del bilancio della Fed tramite la liquidità di emergenza abbia giocato un ruolo chiave per i listini e in particolare per il settore Growth. Crediamo che sia opportuno mantenere un approccio prudente, proteggendo il portafoglio azionario da rischi di ribasso, o tramite strutture opzionali, o tramite un’allocazione verso settori più difensivi. Crediamo, inoltre, opportuno avere un bias Value vs Growth dopo la sottoperformance dell’ultimo mese, in quanto il rialzo dei tassi reali può pesare nuovamente sulle large caps americane e i mercati/settori Growth in generale. A livello geografico, poniamo ancora attenzione alla Cina”.

 

“Consigliamo infine – conclude Casagrande – di continuare ad investire in strategie liquid alternative: l’attuale incertezza dello scenario macro favorisce le strategie alternative che sono in grado di beneficiare di diversi scenari con un approccio altamente attivo (long short, event driven, …) in particolar modo da favorire le strategie macro-discrezionali e sistematiche e le strategie a bassa correlazione.

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