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4/28/2023 | Redazione Advisor
La recente crisi del settore bancario getta ombre sulle prospettive di crescita e sulla stabilità del sistema finanziario. È questa in sintesi la view sulla situazione del mercato secondo Mabrouk Chetouane e Nicolas Malagardis, global market strategy di NIM Solutions.
“L’incostanza ha dominato i mercati negli ultimi mesi, con i principali player che hanno continuamente oscillato tra "hard landing", "soft landing" e "no landing". Questi cambiamenti sono una diretta conseguenza dell'elevata incertezza che caratterizza l’attuale ciclo economico” osservano gli analisti. “Gli shock innescati dalla pandemia, dalla guerra in Ucraina e dalle conseguenti scelte politiche hanno determinato uno scenario macroeconomico piuttosto complesso, rendendo le dinamiche di crescita e di inflazione estremamente difficili da prevedere. Le recenti turbolenze del sistema bancario aggiungono un ulteriore di difficoltà per le banche centrali, in quanto potrebbe minacciare la stabilità finanziaria”.
Secondo i due esperti “la crescita delle economie sviluppate dovrebbe gradualmente indebolirsi a causa dell'inasprimento della politica monetaria, ma ci aspettiamo che rimanga comunque solida. Le tensioni nel sistema bancario rafforzano la nostra convinzione che le economie sviluppate siano sull'orlo di un rallentamento significativo e forse di una recessione entro la fine dell'anno. È importante tenere a mente che quest'anno ci sono stati segnali di inasprimento delle condizioni di credito prima che emergessero i problemi che hanno afflitto il sistema bancario”.
Lo stress nel settore bancario si è affievolito, “ma vedere il suo pieno effetto sul credito e, a sua volta, sull'attività economica richiederà del tempo” chiariscono gli esperti. “L'inasprimento dei prestiti o delle condizioni finanziarie dovrebbe indurre le famiglie a contrarre la spesa e le imprese a ridurre investimenti ed assunzioni, contribuendo ad avvicinare l'inflazione all'obiettivo del 2%. In effetti, a parità di condizioni, un significativo inasprimento delle condizioni di credito potrebbe far diminuire la necessità di un ulteriore inasprimento, anche se fare una previsione di questo tipo è cosa difficile soprattutto in questa fase”.
In definitiva, “vi è una grande incertezza sulla misura in cui i recenti avvenimenti possano impattare sull'economia reale. Dopo tutto, grazie al rapido intervento della politica, le banche potrebbero diventare solo marginalmente più restrittive. Inoltre – concludono gli analisti – solidi bilanci di imprese e famiglie, nonché la politica fiscale di sostegno, sono finora riusciti ad attutire l'impatto dell'inasprimento delle condizioni di prestito e potrebbero continuare a farlo”.
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