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Btp: non sempre è una buona idea

5/8/2023 | Marcella Persola

Nel giorno in cui il Mef annuncia una nuova famiglia di titoli di Stato, c'è chi mette in guardia dal focalizzarsi troppo sui Btp, suggerendo un portafoglio obbligazionario più diversificato


Nella giornata in cui il Mef ha annunciato il lancio di una nuova famiglia di titoli di Stato, chiamata Btp Valore, c'è chi mette in guardia sul focalizzarsi troppo sui Btp. E' Alessandro Tentori, chief investment officer di AXA IM Italia, che fa il punto sui portafogli obbligazionari, evidenziando come focalizzarsi solo sul BTp, possa non essere una scelta opportuna in un’ottica di lungo termine.

 

"Gli italiani continuano a preferire il BTp (o il conto deposito vincolato) che tuttavia non può essere l’unica risposta. Principalmente perché se si vincolano i propri risparmi in un investimento di diversi anni, c’è il rischio di ritrovarsi con un rendimento negativo in termini reali, specie se l’inflazione resta elevata a lungo. Meglio, quindi, un portafoglio obbligazionario diversificato piuttosto che puntare solo sul BTp" sottolinea il cio di AXA IM.

 

Oggi i BTp decennali rendono quattro volte più di fine 2021, collocandosi in area 4,2-4,4%, tuttavia secondo l'esperto di AXA IM la performance complessiva dei BTp lascia un po’ perplessi, perché il livello di rendimento potrebbe non essere sufficiente a contrastare l’impatto dell’inflazione sull’investimento.

 

"Quindi, se un investimento in BTp potrebbe sembrare nell’immediato una buona soluzione, nel lungo periodo c’è il rischio di portare a casa rendimenti negativi, specie se l’inflazione – che erode il potere d’acquisto e il valore dei nostri risparmi – dovesse restare a livelli elevati a lungo. Meglio quindi affiancare all’investimento in BTp un mix di strumenti, diversificando il portafoglio non solo per scadenze, ma anche per tipologia di emittente. Per esempio, si potrebbe considerare il settore delle emissioni corporate che, per il momento, gode ancora di ottima salute, favorendo le obbligazioni investment grade, con un mix di obbligazioni indicizzate all’inflazione" suggerisce Tentori.

 

Quindi dove guardare? "A livello geografico siamo cauti sui mercati emergenti per via dell’alto livello d’inflazione sui beni alimentari che potrebbe scatenare un rischio paese, mentre in termini di settori, bisogna fare attenzione a quello bancario e in particolare a una possibile alta volatilità del settore bancario statunitense, dovuto all’incertezza sui tassi d’interesse, mentre l’Europa ha una situazione diversa e i titoli finanziari sono più solidi" precisa il cio di AXA IM. "Sul corporate high yield statunitense consigliamo cautela anche su quegli emittenti legati al settore energetico, che sono esposti alla volatilità delle materie prime, e in generale a quelle aziende che hanno declinato il proprio modello di business in base a un regime di tassi d’interesse bassi".

 

E anche sulle scdenze per AXA IM meglio guadare al breve. "Non è infatti ancora arrivato il momento di allungare al massimo la duration, peraltro in un contesto in cui con obbligazioni che hanno scadenze tra i due e i cinque anni si possono ottenere rendimenti molto vicini a quelli offerti dai bond con duration più lunghe, ad esempio decennali" conclude Tentori.

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