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Big tech, le ragioni del rally

5/24/2023 | Redazione Advisor

Nei primi quattro mesi del 2023 sette colossi USA (Apple, Microsoft, Alphabet, Amazon, Tesla, Netflix e Nvidia) hanno messo a segno una performance del 34%. Schorders analizza i driver della ripresa


Nei primi quattro mesi del 2023 sette big tech statunitensi (Apple, Microsoft, Alphabet, Amazon, Tesla, Netflix e Nvidia) hanno messo a segno una performance complessiva del 34%, mentre il resto dell’indice MSCI USA ha reso appena il 3%. Secondo Simon Webber, lead portfolio manager di Schroders, una delle principali ragioni alla base del rally è da ricercarsi nella rotazione settoriale dai titoli Value ai titoli Growth innescata dalla crisi del settore bancario.

 

“I titoli big tech sono stati i “vincitori della pandemia” nel 2020 e nel 2021 grazie alla forte domanda dei loro prodotti” spiega Webber. “In seguito, hanno vissuto un 2022 difficile a causa delle preoccupazioni per l’aumento dell’inflazione e dei tassi d’interesse. L’inflazione è ancora elevata e i tassi di interesse sono aumentati quest’anno: quindi, cosa c’è dietro il nuovo rally delle big tech statunitensi?”

 

Webber ritiene che le maggiori performance messe a segno da queste società possano essere spiegate in parte dal miglioramento dei fondamentali, anche se il quadro è complesso. “Aziende come Microsoft e Nvidia stanno godendo di un andamento di mercato molto forte. Queste due aziende potrebbero infatti rivelarsi le vincitrici assolute della rivoluzione dell’Intelligenza Artificiale generativa. Anche Apple ha recentemente riportato utili trimestrali molto solidi, dimostrando maggiore solidità rispetto ad altre società più esposte alle commodity del settore dell’elettronica di consumo”.

Inoltre, aggiunge Webber, “dopo le pressioni subite lo scorso anno, alcune delle altre aziende di questo gruppo - Amazon, Alphabet, Meta e Netflix - hanno scoperto i vantaggi della riduzione dei costi. Queste società hanno un grande potenziale in tal senso, dopo l’enorme ondata di assunzioni degli ultimi tre anni. Ciò potrebbe avvenire attraverso la riduzione del personale e, in alcuni casi, dei compensi dei dipendenti con salari più elevati, anche alla luce dell’ammorbidimento del mercato del lavoro”.

 

In sintesi, prosegue Webber, si può affermare che per i membri di questo gruppo di big tech “i fondamentali sono migliorati sia per quanto riguarda la linea superiore (cioè il rapporto tra vendite e ricavi) sia per quanto riguarda la linea inferiore (il miglioramento dell’efficienza operativa in rapporto al taglio dei costi per aumentare la redditività)”.

 

Secondo il gestore parte di ciò che sta accadendo nei mercati “rappresenta una rotazione dai titoli Value verso i titoli Growth, innescata dallo stress del settore bancario a cui abbiamo assistito quest’anno. Ciò sta avendo luogo perché le tensioni bancarie stanno contribuendo a inasprire le condizioni di prestito, insieme all’aumento dei tassi d’interesse. Se la Fed dovesse sospendere i rialzi dei tassi, si ridurrebbero i venti contrari per i titoli growth, come quelli tecnologici”.

 

“Questa rotazione è stata molto più pronunciata negli Stati Uniti - conclude Webber -  il che rafforza l’opinione che potrebbe essere dovuta alle preoccupazioni per l’andamento dell’economia e per le parti più cicliche del mercato”.

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