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Azionario emergente: valutazioni e fattori strutturali ne favoriscono la crescita

5/29/2023 | Marcella Persola

Per l'esperta di RBC BlueBay AM in particolare sono due i fattori positivi fondamentali che dovrebbero sostenere la performance degli emergenti nel medio termine.


Ritornare a guardare con ottimismo al mercato azionario emergente, che secondo Laurence Bensafi, portfolio manager & deputy head of emerging markets equities, RBC BlueBay Asset Management offre prospettive interessanti, visto che come spiega l'esperta nel breve termine  "la performance dei titoli azionari emergenti sarà in gran parte dettata dall'inflazione (e dai relativi tassi di interesse), dal dollaro e dalla crescita degli utili".

 

Le prospettive per i mercati azionari emergenti appaiono oggi migliori rispetto a quelle dei mercati sviluppati. Perché? 
Negli ultimi anni, la forza del dollaro statunitense ha rappresentato un ostacolo significativo per la performance dell’azionario emergente, ma ci sono diversi motivi per ritenere che questa situazione si stia invertendo, in particolare il picco nelle aspettative di inasprimento monetario degli Stati Uniti e un rally che sembra molto esteso, sia in termini di durata che di portata. C'è anche motivo di credere che le valute dei mercati emergenti possano registrare buone performance, grazie a valutazioni convenienti, tassi reali elevati e partite correnti solide. Al di là delle valute, vi sono due fattori positivi fondamentali che, a nostro avviso, dovrebbero sostenere la performance degli emergenti nel medio termine. In primo luogo, sia gli utili che la crescita relativa sembrano destinati a migliorare rispetto ai livelli ciclicamente bassi, grazie al miglioramento della produttività, alle riforme strutturali e a politiche fiscali più favorevoli alla crescita. In secondo luogo, le valutazioni restano forti, in particolare rispetto ai mercati sviluppati, dopo la significativa sottoperformance degli ultimi anni.

Nel breve termine, la performance dei titoli azionari emergenti sarà in gran parte dettata dall'inflazione (e dai relativi tassi di interesse), dal dollaro e dalla crescita degli utili. L'allentamento delle restrizioni legate alla pandemia da parte della Cina e le recenti misure volte a stabilizzare il mercato immobiliare offriranno sostegno a quest'ultimo.

 

Dove vede maggiore valore?
Sia i titoli quality che value appaiono interessanti dal punto di vista delle valutazioni e un contesto di tassi più elevati può sostenere entrambi i fattori. È opportuno essere prudenti nei confronti dei titoli growth, che rimangono affollati e costosi, con fondamentali in deterioramento. Sono interessanti sia i titoli a più alto rendimento da dividendo sia le small cap dei mercati emergenti, che tendono a generare buone performance su periodi più lunghi, ma che di recente hanno sottoperformato. Per quanto riguarda i Paesi, continuiamo a vedere un'ampia dispersione delle valutazioni e notiamo anche che la maggior parte di essi ora scambia al di sotto della mediana di lungo periodo.

La Cina è ancora molto conveniente, visto il sentiment negativo dovuto in gran parte alle incertezze geopolitiche. Prevediamo che la Cina scambierà a sconto rispetto ai picchi di valutazione passati, ma riteniamo che il mercato sia troppo a buon mercato rispetto alle prospettive di crescita. Per vedere un rimbalzo significativo, dovremmo assistere a una continuazione della forte crescita economica, non solo nei consumi ma anche nel settore manifatturiero, nonché a un miglioramento delle relazioni con gli Stati Uniti. Il mercato immobiliare sta mostrando segni di stabilizzazione, il che dovrebbe essere un altro elemento positivo se tale trend dovesse continuare.

Anche il Cile è estremamente economico a seguito delle politiche anti-business annunciate dall'amministrazione Boric. Riteniamo tuttavia che l'attuazione sarà difficile in assenza del sostegno del Congresso e ci aspettiamo un graduale miglioramento del contesto normativo. Ciò potrebbe richiedere del tempo, quindi il mercato azionario cileno potrebbe rimanere a buon mercato ancora a lungo. Tuttavia, non abbiamo cambiato la nostra opinione secondo cui il Paese sarà uno dei principali beneficiari del trend di decarbonizzazione, grazie alle forti riserve di rame e litio, e questo non è ancora prezzato.

Le valutazioni estreme dell'India sono scese dopo la forte sottoperformance degli ultimi sei mesi e vediamo emergere opportunità nel Paese. Pur avendo una solida view di lungo periodo sull'India, nel breve termine la crescita economica potrebbe essere danneggiata da eventi meteorologici estremi come le ondate di calore, data l'esposizione dell'India ai rischi del cambiamento climatico.

 

Quali sono i rischi ancora attuali per questi mercati?  
Storicamente abbiamo visto che esiste una relazione inversa tra la forza del dollaro e la performance dei mercati emergenti. Ciò ha rappresentato un fattore chiave della sottoperformance dell’azionario emergente rispetto a quello sviluppato per gran parte dell'ultimo decennio.

Più di recente, la sovraperformance dei titoli azionari emergenti, iniziata nel terzo trimestre del 2022 con l'indebolimento del dollaro, si è arrestata a febbraio quando il dollaro ha ripreso a rafforzarsi. L'aumento dell'inflazione statunitense, che implica un rialzo dei tassi della Fed e un rafforzamento del dollaro, rappresenta un vento contrario per l'asset class. Tuttavia, l'ipotesi a lungo termine di una debolezza del dollaro dopo un decennio di forza è solida e dipende da una serie di fattori: le valutazioni, le politiche statunitensi che hanno portato a un'impennata dell'offerta di moneta negli Stati Uniti e a un ampio deficit gemello, nonché a tassi reali molto più elevati nei mercati emergenti.

Sebbene queste misure non siano in grado di prevedere la performance futura delle valute, il fatto che le valutazioni del dollaro siano estreme e che i Paesi emergenti abbiano in media partite correnti e posizioni fiscali più solide suggerisce che le valute emergenti sono ben supportate.

 

Che rischi pone, in particolare, la guerra tecnologia e la deglobalizzazione in atto?

La "guerra tecnologica" e la deglobalizzazione sono due temi relativamente nascenti che riguardano da vicino l’azionario emergente e che hanno destato preoccupazione in alcuni investitori. Il nostro punto di vista sulla "guerra tecnologica" è che l'attuale offerta di produzione globale di semiconduttori, che favorisce i Paesi emergenti e le aziende di Taiwan e Corea, non cambierà molto nei prossimi cinque anni e molto probabilmente neanche nei prossimi dieci anni.

Per quanto riguarda invece la deglobalizzazione, pur riconoscendo che le catene di approvvigionamento globali stanno subendo una trasformazione, a nostro avviso tale trasformazione probabilmente si tradurrà in un guadagno a somma zero sia per il commercio globale che per l’azionario emergente come asset class. Ci riferiamo a questo risultato come "ri-globalizzazione", piuttosto che "de-globalizzazione". Dopo essersi quintuplicata in meno di vent’anni e aver raggiunto il massimo storico nel 2022, la quota della Cina nelle esportazioni globali è destinata a diminuire. Tuttavia, altri Paesi emergenti, come il Messico, la regione Asean e l'India, ne trarranno vantaggio e prenderanno quella quota.

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