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Analisi intermarket: stop da agosto per l'azionario

7/6/2023

Il rendimento dei governativi Usa potrebbe rimanere mediamente elevato, mentre le commodity sono in fase neutrale. Dollar Index in correzione. L'analisi di Eugenio Sartorelli (SIAT).


L’analisi Intermarket è utile per capire la relazione tra le tre principali asset class - Bond, Azioni, Commodity - e per capire a che punto è il ciclo economico Usa.

“Iniziamo dalla relazione che viene considerata un “orologio” fondamentale del ciclo economico, ovvero la relazione tra Bond e Commodities – spiega Eugenio Sartorelli, trader, formatore e Consigliere SIAT – Vediamo pertanto come è l’andamento del CRB Index (linea rossa) ed il Rendimento del T-Note (linea nera), che ha un andamento inverso al prezzo”.

 

I dati del grafico sono settimanali e su scala logaritmica e partono dal 2008. In basso vi è il coefficiente di correlazione calcolato su 52 dati (quindi 1 anno). La Correlazione viene determinata sui prezzi e non sulle variazioni percentuali per avere una miglior rappresentazione delle ciclicità della reazione tra i due grafici.

 

Cosa ci dice il grafico?

Questa è una correlazione fondamentale dell’Analisi Intermarket: dovrebbe essere più spesso positiva, fatto confermato dal grafico. In particolare il Crb index ha fatto un minimo di rilievo nel maggio 2020 (vedi freccia nera in basso) e quasi in concomitanza il rendimento del T-Note ha fatto un’area di minimo tra maggio e agosto 2020. Da queste date il Crb Index è cresciuto rapidamente ed altrettanto ha fatto il rendimento del T-Note. La crescita del Crb Index è stata alimentata dal prezzo del petrolio ma anche dai metalli industriali e dai prodotti agricoli.

A giugno del 2022 il CRB Index ha fatto un massimo (vedi freccia rossa), mentre il rendimento del T-Note ha fatto un massimo successivo nell’ottobre 2022 (vedi freccia blu). La crescita del rendimento del T-Note è una conseguenza diretta dell’inflazione e della serie di rialzi dei tassi da parte della Fed.

E a giugno 2022 è iniziata una “divergenza” fra i due grafici che ha portato a una correlazione ora diventata negativa. È probabile che si sia raggiunto un estremo di questa correlazione negativa a febbraio di quest’anno, che potrebbe tornare leggermente a crescere, con rendimenti del T-Note che prosegue in leggera crescita ed un Crb Index senza chiara direzionalità.

 

Quali sono le implicazioni?

Per capire meglio la fase di decorrelazione sul grafico precedente e capire meglio l’effetto dell’inflazione sulla fase Intermarket andiamo a vedere il confronto fra Crb Index e Dollar Index sempre su dati settimanali.

 

Come si vede la correlazione a 1 anno è quasi sempre negativa. Questo perché le Commodities vengono acquistate in dollari e quando il Dollar Index è più forte si tende a ridurre l’acquisto di matrie prime (ovvero si fa meno magazzino) soprattutto per chi deve cambiare la propria valuta in dollari; all’opposto valori in discesa del Dollar Index conducono ad acquisti maggiori di materie prime.

L’anomalia che si è verificata è stata soprattutto tra il maggio 2021 e il giugno 2022, quando c’è stata una decisa crescita sia del Crb Index che del Dollar Index. Ciò ha portato ad una correlazione positiva e ha alimentato un aumento generale dell’inflazione, soprattutto di nazioni, come quelle Europee, che hanno poche materie prime con una valuta che ha perso valore rispetto al Dollaro.

Dal picco di Dollar Index dell’ottobre 2022 (vedi freccia rossa) vi è stata una discreta discesa che sta proseguendo, anche se con un certo rallentamento. In contemporanea vi è stata una riduzione del Crb Index. Ciò sta contribuendo a ridurre le pressioni inflazionistiche a livello mondiale. A livello di correlazione, dal minimo del febbraio di quest’anno (vedi freccia nera) si è tornati a salire verso livelli positivi. Probabilmente il Dollar Index non si apprezzerà, anche per volontà dell’Amministrazione Usa, mentre il Crb Index potrebbe rimanere in fase di incertezza per un rallentamento economico generale. Pertanto la correlazione potrebbe rimanere in area leggermente positiva ancora per un po’, con un Crb Inde senza chiara direzionalità ed un Dollar Inde leggermente debole o neutrale.

 

E l'azionario?

Ecco la correlazione tra S&P500 (linea nera) e rendimento del T-Note (linea rossa).

 

Per l’Analisi Intermarket classica i due mercati dovrebbero avere più spesso una relazione inversa, mentre è visibile che la correlazione a 1 anno (linea in basso) è più spesso positiva. Sarebbe assai complesso approfondirne le motivazioni. Tuttavia si può notare come la correlazione sia in decisa discesa dal massimo assoluto di S&P500 del gennaio 2022 (vedi freccia rossa in alto).

Ci sarebbe anche un dilemma Intermarket da risolvere.

Infatti il rendimento del T-Note dovrebbe fare un importante massimo (e quindi il suo prezzo il minimo) ben prima di un minimo di rilievo dell’S&P 500. Invece ad ottobre 2022 l’S&P 500 ha fatto un minimo e quasi in contemporanea il rendimento del T-Note ha fatto un massimo. Ciò è avvenuto con una correlazione alquanto negativa, che è ancora in essere.

La correlazione tra i due mercati è in crescita dal minimo dell’ottobre 2022 (vedi freccia nera). Questa crescita potrebbe proseguire con un rendimento del T-Note in leggera crescita ed un S&P500 con fasi alterne e senza una forte direzionalità.

 

Infine il confronto tra azioni e materie prime…

La relazione tra queste due asset class dovrebbe essere più spesso positiva, anche se leggermente differita nel tempo, ovvero con possibili fasi di indifferenza. Più spesso massimi o minimi di rilevo dell’S&P 500 avvengono ben prima di analoghi massimi/minimi del Crb Index. Qui sotto il grafico che illustra la relazione tra S&P500 (linea nera - scala dx) e Crb Index (linea rossa - scala sx).

 

 

La correlazione a 1 anno è effettivamente più spesso positiva, ma con varie fasi di negatività. Si noti come il massimo dell’S&P 500 del gennaio 2022 (vedi freccia nera) sia avvenuto in anticipo rispetto al massimo del Crb Index del luglio 2022 (vedi freccia rossa). Ciò si è verificato in una fase decrescente della Correlazione che comunque permane in un’area di indecisione. Questa fase di indecisione potrebbe proseguire con fasi alterne per l’S&P 500 e un Crb Index senza una chiara direzionalità.

 

Quali sono quindi le prospettive che si deducano dall'intermarket?

La regola classica prevede che nella prima fase di rallentamento del ciclo economico i Governativi facciano il loro minimo di prezzo (e massimo di rendimento) cosa che potrebbe essere avvenuta nell’ottobre 2022. Questo fatto rappresenterebbe un’anomalia, poiché assai più spesso prima fanno i loro massimi i Governativi Usa e poi l’indice azionario.

Altro dubbio è che il minimo di rendimento dei Governativi Usa sarebbe avvenuto in notevole anticipo rispetto a un rallentamento del ciclo economico Usa che ha solo mostrato qualche segnale di rallentamento. In definitiva potremmo essere in una fase di rallentamento del ciclo economico Usa che potrebbe raggiungere entro fine 2023 o inizio 2024 un minimo senza necessariamente avere una recessione.

 

In previsione di un rallentamento dell’economia gli indici azionari potrebbero arrestare l’attuale salita in estate (diciamo da agosto) e avere una maggior fase di incertezza.

Nel frattempo il rendimento dei Governativi Usa potrebbe rimanere mediamente elevato, anche per una Fed che manterrà tassi elevati, almeno sino a quando non si vedrà un tangibile rallentamento economico.

Le Commodity potrebbero mediamente rimanere in una fase neutrale, da una parte ci sono meno stimoli all’acquisto per un rallentamento economico generale mondiale, dall’altro ci sarebbe un leggero stimolo a fare scorte per un Dollar Index che conferma una struttura correttiva.

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