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Svizzera e Giappone per cavalcare i mercati azionari

8/23/2023 | Redazione Advisor

Meglio il mercato Usa con alta crescita degli EPS ma valutazioni troppo elevate o quello cinese, a sconto ma con rischi di deflazione e geopolitici? Nel dubbio si preferiscono BNS e BoJ.


“I dati economici complessivi degli Stati Uniti continuano a sorprendere al rialzo, al punto che la crescita del PIL reale del terzo trimestre del 2023 prevista dall’Atlanta Fed GDPNow model è salita ultimamente al tasso annualizzato del 5,8%!

Di conseguenza, questi dati ottimistici stanno ora filtrando in una visione di una Fed ancora più stringente di quanto attualmente previsto, che a sua volta limita i guadagni complessivi del mercato sulla base di un rendimento reale più elevato che penalizza essenzialmente la parte più costosa e in crescita del mercato statunitense”.

Così Fabrizio Quirighetti, CIO e Head of Multi-Asset di Decalia.

 

In pratica siamo di fronte un'altra rotazione settoriale, che potrebbe diventare anche più ampia se la Cina dovesse annunciare un piano di incentivazione fiscale.

“Il problema è un altro – interviene Quirighetti - Per gli investitori azionari sta diventando un vero e proprio rompicapo scegliere tra un mercato statunitense supportato da una crescita superiore degli EPS, ma con valutazioni troppo elevate, da un lato, e un mercato azionario cinese a basso costo, con i rischi della deflazione e le preoccupazioni geopolitiche, dall'altro. In questo contesto, potrebbe essere più saggio guardare e investire altrove, come in Svizzera o in Giappone”.

 

Cosa hanno di allettante? “La Svizzera offre un interessante mix di large cap difensive di alta qualità e di small e mid cap cicliche in crescita, l'azionario giapponese sta attualmente beneficiando del miglioramento del quadro macro e della governance delle aziende, mentre le valutazioni e i flussi rimangono favorevoli.

Sia per la Svizzera che per il Giappone, la crescita economica è adeguata, l'inflazione non è un vero problema, l'aumento dei tassi a livelli più "normali" è accolto con favore - soprattutto per il settore bancario che ha sofferto di tassi d'interesse negativi - e il rischio che la politica monetaria diventi volontariamente troppo restrittiva rimane limitato”.

 

BNS e BoJ continueranno infatti ad agire lentamente e gradualmente: la prima eviterà il più possibile di subire un ulteriore apprezzamento del franco, invece la seconda dovrà probabilmente agire di nuovo prima della fine dell'anno, con un aumento dei tassi adeguato, per evitare un ulteriore indebolimento dello Yen.

“È interessante notare che il Giappone potrebbe finalmente uscire, almeno simbolicamente, da 30 anni di spirale deflazionistica, proprio mentre la Cina potrebbe ricaderci - conclude Quirighetti - In economia e sui mercati, non è insolito vedere i perdenti di ieri diventare i vincitori di domani”.

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