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Rischio “giapanizzazione” per la Cina?

8/23/2023 | Redazione Advisor

Dopo la pubblicazione degli ultimi dati sull’inflazione cinese, il mercato inizia a chiedersi se il gigante asiatico sia entrato in una fase economica di stallo, senza crescita e in deflazione. Il commento di Smart Bank


La Cina si sta “giapanizzando”? Dopo la pubblicazione degli ultimi dati sull’inflazione cinese, il mercato inizia a chiedersi se il gigante asiatico stia entrando in una fase economica di stallo, senza crescita e in deflazione. “Il dato per il secondo trimestre dell’anno mostra infatti una riduzione dei prezzi dello 0.3%” spiega Antonio De Negri, ceo di Smart Bank, “e ciò che ci attendiamo è un dato ancora negativo per il prossimo trimestre, che andrà a stabilizzarsi alla fine dell’anno”.

 

“Seppure in rallentamento, l’economia cinese è ancora lontana dalla condizione giapponese” puntualizza De Negri . “Ad esempio, il Giappone dal 1999 al 2004 ha avuto cinque anni di letture deflattive mensili consecutive. Tuttavia, aggiunge, “seppure la condizione cinese sia oggi molto distante da uno scenario di giapanizzazione, la combinazione di dati economici negativi su altri fronti, come credito, commercio domestico e internazionale e mercato immobiliare, accende qualche campanello d’allarme”.

 

Ciò che secondo De Negri potrebbe dare la spinta più significativa all’economia sarebbe una ritrovata confidenza, in particolare nel settore immobiliare. “I settori dei beni di consumo e dei servizi in generale si sono dimostrati resilienti e talvolta hanno superato le aspettative, come nel caso del turismo domestico. Anche le attività di export sono state solide e, riducendosi le probabilità di recessione in occidente, si crede che continueranno ad esserlo”.

 

Il settore immobiliare sta invece arrancando “a causa di una generalizzata mancanza di fiducia negli investitori. Il circolo che vizioso che si sta innescando è dovuto alla scarsa fiducia, con gli investimenti che si riducono. Il fallimento di Evergrande è stato uno shock socioeconomico importante, vista la dimensione dell’azienda e la capillarità delle sue attività in gran parte della Cina. L’evento è ormai riflesso nei prezzi degli asset ed è improbabile che possa contagiare o impattare ulteriormente il sistema finanziario. Viceversa, le conseguenze economiche arriveranno e saranno percettibili”.

 

Nonostante molti magnati e gruppi di imprenditori cinesi abbiano presentato diverse idee e proposte sulle misure da adottare per dare una spinta all’economia, De Negri rileva che il governo cinese non si è dimostrato ricettivo. “Una possibile via d’uscita per uscire da questa fase di stallo? Attuare importanti politiche di stimolo focalizzate sul mercato immobiliare, motore fondamentale di qualsiasi economia” conclude.

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