La sorpresa Brasile

L’indice MSCI Brazil ha registrato un rendimento del 15% da inizio anno, al 9 agosto, ben superiore al 7% generato dall’indice MSCI Emerging Markets. L’analisi di Schroders
25/08/2023 | Redazione Advisor

Da inizio anno, le prospettive economiche e politiche del Brasile sono notevolmente migliorate, soprattutto nel breve termine. In tale contesto,  secondo Pablo Riveroll, head of Latin American equities, e Andrew Rymer, cfa senior strategist, strategic research unit, Schroders, la view sul Paese sudamericano rimane positiva, sostenuta dalle prospettive di un ciclo di allentamento dei tassi d’interesse e dalle basse valutazioni.

 

“Nel primo trimestre dell’anno l’economia brasiliana è stata al centro dell’attenzione, in gran parte a causa dell’incertezza politica” spiegano gli strategist. “Ma l’incertezza si è trasformata in una sorpresa positiva. La crescita del Pil del primo trimestre, pari all’1,9%, ha superato le aspettative, sostenuta dal boom del settore agricolo, mentre il settore dei servizi si è dimostrato più resiliente del previsto. La disoccupazione è scesa ai minimi degli ultimi otto anni, mentre l’inflazione è ora sotto il 4%, e ciò ha consentito alla banca centrale di avviare un ciclo di riduzione dei tassi. Nel frattempo, le preoccupazioni politiche si sono attenuate”.

 

“L’MSCI Brazil ha registrato un rendimento del 15% da inizio anno, al 9 agosto, ben superiore al 7% generato dall’indice MSCI Emerging Markets” evidenziano da Schorders. “Questo dato nasconde la volatilità registrata all’inizio dell’anno, con il mercato in calo del 10% il 23 marzo; da allora il mercato ha registrato un rally di quasi il 30%”.

 

Da inizio anno, le prospettive economiche del Brasile sono notevolmente migliorate, soprattutto nel breve termine. Le aspettative di crescita del Pil per il 2023 sono state riviste al rialzo da appena lo 0,8% di gennaio a oltre il 2% di oggi. Per quanto riguarda il 2024, nonostante il rafforzamento dell’attività di quest’anno, le aspettative sono rimaste relativamente stabili, con un aumento previsto dell’1,3%. Per quanto riguarda l’inflazione, “la banca centrale brasiliana ha adottato un approccio proattivo e ortodosso nell’inasprimento della politica monetaria. Nonostante le significative tendenze disinflazionistiche della seconda metà dello scorso anno, ha mantenuto una politica restrittiva al 13,75% fino a questo mese, quando la banca centrale ha tagliato il tasso di riferimento di 50 punti base, più di quanto previsto. Il comunicato di accompagnamento ha indicato che è in programma un ulteriore allentamento al ritmo di 50 punti base per riunione”.

 

Anche le preoccupazioni politiche si sono attenuate, con l’elezione di Luiz Inácio Lula da Silva alla fine di ottobre dell’anno scorso. “Ciò dipende in parte dalla proposta di un quadro fiscale, che punta al pareggio di bilancio nel 2024, passando a un avanzo primario dello 0,5% nel 2025 e a un avanzo dell’1% nel 2026. Quest’anno è previsto un deficit primario dell’1,1%, ma potrebbe avvicinarsi al 2% se si tiene conto della spesa aggiuntiva. Il governo intende raggiungere questi obiettivi a lungo termine limitando la spesa al 70% della crescita delle entrate federali registrata nei 12 mesi precedenti”. Gli esperti sottolineano che la sostenibilità fiscale rimane cruciale, con un debito pubblico in rapporto al Pil dell’88%, in crescita nell’ultimo decennio. “L’approvazione del disegno di legge è fondamentale per dissipare le preoccupazioni sulla sostenibilità fiscale, almeno per il momento”.

 

Quali sono i potenziali rischi per l’outlook? “Come abbiamo detto, la politica e la traiettoria fiscale devono essere monitorate, in particolare l’approvazione del nuovo quadro fiscale. Non si può escludere un potenziale intervento nell’economia e può darsi che la retorica vista nel primo trimestre continui, anche se la politica di fondo rimane un po’ più ortodossa. Il contesto esterno e i prezzi delle materie prime, in particolare le prospettive dell’economia cinese, sono importanti anche per le esportazioni brasiliane. Sebbene un programma di stimolo importante in Cina non sia il nostro scenario di base, tale evenienza sarebbe probabilmente positiva per i prezzi delle materie prime, in particolare per i metalli industriali, che da inizio anno sono stati contrastanti. El Niño è un altro fattore da monitorare, viste le potenziali implicazioni per il settore agricolo e l’inflazione. Una ripresa dell’inflazione potrebbe rallentare o ritardare il ritmo dell’allentamento della politica monetaria”.

 

Detto questo, sebbene le preoccupazioni politiche possano contribuire a ulteriori flussi e riflussi di volatilità, gli strategist concludono che “la direzione di marcia rimane positiva, sostenuta dalle prospettive di un ciclo di allentamento dei tassi d’interesse e dalle basse valutazioni” .

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