Cina ed emergenti verso la svolta

Un'inversione di rotta da parte della Fed rispetto alle intenzioni di rialzo dei tassi potrebbe però dare sollievo grazie al conseguente indebolimento del dollaro. L’analisi di KraneShares
21/09/2023 | Redazione Advisor

Tra i fattori che quest’anno hanno pesato sulla performance dei mercati emergenti la forza del dollaro USA è stato probabilmente quello più significativo. Ora l'inflazione statunitense sembra essere entrata in una fase di normalizzazione al ribasso, ma la Fed ha indicato che potrebbe comunque proseguire nel ciclo di rialzo dei tassi, dato che il tasso di disoccupazione statunitense rimane basso. Secondo Anthony Sassine, cfa senior investment strategist e Henry Greene,iInvestment strategist di KraneShares, un'inversione di rotta da parte della Fed rispetto alle intenzioni di rialzo dei tassi potrebbe però dare sollievo agli EM grazie al conseguente indebolimento del dollaro.

 

“In questi primi nove mesi dell’anno la ripresa asimmetrica e atipica della Cina ha frenato la performance degli EM e dell'Asia. Per questo e per le sfide affrontate dall’economia, le azioni cinesi sono interessanti in termini di valutazione, posizionamento e aspettative di crescita. Anche perché il governo cinese sta iniziando ad affrontare i problemi che hanno frenato la ripresa”.

 

“L'indice MSCI Emerging Markets è in rialzo del 5,65% nel corso dell'anno: i Mercati Emergenti ex Cina hanno trainato il segmento con un rendimento del 10,63% nel periodo in esame, mentre il mercato cinese ha fatto registrare un calo del 3,65%. I titoli azionari cinesi onshore e offshore hanno registrato performance relativamente in linea tra loro, anche se l'offshore ha sovraperformato leggermente. La Corea del Sud, Taiwan e il Brasile sono finora i migliori performer degli EM nel 2023, Cina, Turchia e Sudafrica sono invece in ritardo”.

 

“A luglio abbiamo assistito a un cambiamento di dinamiche negli EM, con una sovraperformance dei Paesi e dei settori che avevano fatto registrare fino ad allora performance inferiori. Poi, ad agosto, i mercati azionari EM hanno registrato cali generalizzati. Dal punto di vista settoriale, i titoli del comparto energetico sono stati i migliori da inizio anno, seguiti dalle azioni tecnologiche”.

 

Gli esperti di KraneShares evidenziano che la ripresa della Cina è stata più lenta del previsto. “Dopo una solida performance economica nel primo trimestre, i dati economici del secondo trimestre hanno rivelato una divergenza tra la produzione industriale e la crescita dei consumi. Questa ripresa disomogenea ha avuto un impatto sulla fiducia degli investitori. I dati hanno anche mostrato che la Cina deve affrontare altri problemi, come la disoccupazione giovanile, il settore immobiliare e il debito delle amministrazioni locali. Questo è avvenuto in un momento in cui i rischi geopolitici sono aumentati e il differenziale dei tassi d'interesse tra Stati Uniti e Cina si è ampliato”.

 

“ Tuttavia - aggiungono gli strategist - ci sono stati anche elementi positivi in diversi settori dell'economia: i settori legati alla transizione energetica, che comprendono le apparecchiature per la generazione di energia solare, i veicoli elettrici e i metalli non ferrosi, insieme al settore dei semiconduttori, hanno registrato buone performance quest’anno. Le politiche governative a favore delle industrie verdi continuano a essere di supporto e la domanda globale rimane solida. Sul fronte dei semiconduttori, si è rafforzata l'aspirazione della Cina a sviluppare un'industria di chip indipendente”.

 

“Nonostante le difficoltà e l'elevata disoccupazione giovanile, i risparmi dei consumatori sono cresciuti ulteriormente nel 2023, raggiungendo livelli record. Anche i fondamentali delle aziende, soprattutto nel settore internet, sono in netta ripresa, con diversi trimestri di miglioramento della crescita sia dei ricavi che dei profitti”.

 

Poiché il calo della domanda interna dovuto ai lockdown degli ultimi due anni e l'attuale contesto economico negativo connesso alla crescita globale continuano a impattare in modo significativo sulla crescita, “la Cina ha bisogno di un pacchetto di stimoli all’altezza della situazione che permetta di risollevare il sentiment dei consumatori e degli investitori. Riteniamo che la Cina abbia i mezzi e gli strumenti per riorientare e far ripartire la propria economia. Il governo sta cercando di essere prudente con gli stimoli e cauto con il settore immobiliare, ma potrebbe dover mettere da parte questa battaglia: crediamo che la Cina farà ciò che è necessario per rilanciare la crescita. Qualsiasi indicazione che queste politiche stiano iniziando ad avere un impatto sui dati macroeconomici rappresenterà, a nostro avviso, un punto di svolta per le azioni cinesi” concludono gli esperti.

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