Tempo di lettura: 3min

A caccia di qualità nell’equity globale

11/20/2023

Antonio De Negri (Cirdan Capital): “Complessivamente riteniamo che l’azionario sia caro come premio al rischio rispetto all’attuale livello dei tassi”


“Complessivamente riteniamo che l’azionario sia caro come premio al rischio rispetto all’attuale livello dei tassi. In sintesi, siamo a caccia di qualità e ora la qualità costa poco”. È la view di Antonio De Negri, ceo e founder di Cirdan Capital.

 

Quale è il vostro outlook sull'azionario globale per il 2024?

La nostra view su azionario è funzionalmente correlata con l’andamento della curva dei tassi americana.

Riteniamo a tal proposito che la Fed abbia completato il suo percorso restrittivo e che potrebbe iniziare il suo percorso di riduzione dei tassi a giugno 2024 con un piccolo ritocco per poi intervenire in modo più deciso nel 2025. L’obbiettivo della Fed è arrivare ad un inflazione target del 2%, fino ad allora la Fed rimarrà ferma nella sua strategia monetaria.

I prossimi 12 mesi e complessivamente il 2024 vedono i tassi rimanere elevati; questo significa per noi un outlook negativo per tutto il comparto azionario growth, specialmente le società ad elevato indebitamento di lungo periodo.

Siamo più costruttivi al contrario sulle “magnifiche 7” ovvero Meta, Apple, Amazon, Alphabet, Microsoft, Nvidia e Tesla. Un motivo su tutto, le loro disponibilità finanziarie che consentono loro di ridurre l’impatto del costo degli interessi finanziari.

Preferiamo quindi un’esposizione ai settori più ciclici ed alle società value ad alto dividendo.

Complessivamente riteniamo che l’azionario sia caro come premio al rischio rispetto all’attuale livello dei tassi. Se pensiamo che negli USA i tassi sull’investment grade sono intorno al 6% i tassi sugli High Yield superano il 9% è difficile vedere un posizionamento convinto sull’azionario da un punto di vista razionale.

Eppure i mercati guardano molto più la tendenza che non lo status quo e questo paradossalmente potrebbe creare dei mini rally sulla view che i tassi inizieranno a scendere anche se molto lentamente e attraverso i prossimi 24 mesi.

Un segnale di stabilizzazione dei tassi, come c’è stato recentemente, dovrebbe favorire un recupero prospettico di tutte le asset class inclusa la componente azionaria. In questo senso prima che si apra la fase recessiva ci potrebbe essere un recupero dell’asset class azionaria.

 

Vedete dei rischi particolari per il 2024?

Tassi elevati e recessione leggera impatteranno sulle aziende piccole e molto indebitate su cui siamo molto cauti. Siamo particolarmente cauti su tutto il segmento delle biotecnologie che soffrirà particolarmente una fase recessiva con tassi lenti a scendere.

I tassi così elevati e così a lungo potrebbero favorire il parcheggio permanente della liquidità nelle asset class governative o investment grade dove come si è recentemente detto “l’investitore viene pagato, e bene, per aspettare”. Se è razionale, lo deve fare e lo farà.

 

Quali sono i settori e le aree geografiche che proporranno le opportunità più interessanti?

Preferiamo le Large Cap e l’area del G7 per i motivi descritti prima, ci vogliono dimensioni, stabilità e capacità finanziaria fino a quando i tassi non inizieranno a ridursi. E con loro l’inflazione.

Preferiamo in tal senso rimanere esposti a segmenti più strutturali e portanti come gli industrials, i Commercial Services e i Discretionary nei paesi sviluppati.

Siamo invece molto negativi, specie in una fase recessiva (anche se mild), sui settori energy e utilities, in questo caso,a dispetto del ragionamento fatto prima, soprattutto sulle large corporate.

Ci sarà turbolenza e le piccole aziende soffriranno. Ma non tutte. Per loro vediamo uno spazio di investimento (Neutral/Overweight) nelle small cap del settore Real Estate e Property dove ci potrebbero essere opportunità interessanti nel segmento “opportunistico” dove l’elevato debito e la crisi degli uffici nelle grandi città data dallo smart working: questo potrebbe creare occasioni di acquisto e riconversione.

Ma per sintetizzare diremmo che a livello settoriale preferiamo i ciclici verso i “Secular Gowth”. Quindi servono bilanci solidi e qualità per affrontare inflazione persistente e recessione anche se leggera. L’inflazione danneggia in maniera più rilevante le società con un basso ROE questo è facilmente intuibile.

Una sintesi di tutto? Siamo a caccia di qualità e ora la qualità costa poco.

Condividi

Seguici sui social

Advisor è la prima piattaforma interamente dedicata alla consulenza patrimoniale e al risparmio gestito con oltre 38.000 professionisti già iscritti


Accedi a funzionalità esclusive e migliora la tua esperienza di navigazione


  • Leggi articoli esclusivi
  • Salva le tue news preferite
  • Partecipa ad eventi esclusivi
  • Sfoglia i magazine in anteprima

Iscriviti oggi!

Hai già un profilo? Accedi qui

Cerchi qualcosa in particolare?