Argentina, la vittoria di Milei e le implicazioni sui mercati
“Javier Milei ha vinto il ballottaggio presidenziale con un margine schiacciante, in linea con le nostre aspettative”. Thierry Larose, portfolio manager di Vontobel, sottolinea che “l'outsider anti-establishment ha sconfitto Sergio Massa, che ha immediatamente ammesso la sua sconfitta. Si tratta di un cambiamento politico importante per un Paese che è stato governato dal peronismo per 46 anni (degli ultimi 77), cioè dal primo mandato di Juan Domingo Perón nel 1946, e dei restanti 31 anni, 21 sono trascorsi in regime militare”.
“Il risultato - prosegue l’analista - rappresenta un segnale di disperazione da parte di una popolazione afflitta da una povertà crescente e da un tasso di inflazione fuori controllo. Il fallimento del governo di Alberto Fernandez nel condurre politiche per alleviare i problemi economici del Paese è stata una delle ragioni principali per cui gli argentini hanno scelto di dare una chance a Milei. Il segnale chiave da osservare ora è la composizione del suo governo che il Presidente eletto inizierà a svelare il 10 dicembre. Dal momento che il partito di Milei non ha la maggioranza al Congresso, ci aspettiamo che le nomine si orientino verso la coalizione moderata di centro-destra Juntos por el Cambio, che ha un programma simile su una serie di temi economici. Ci aspettiamo inoltre, che i primi annunci delle politiche di Milei soddisfino i mercati, con un consolidamento fiscale aggressivo e la rimozione dei controlli sui cambi e sui capitali come priorità principali. Non prevediamo che la dollarizzazione e la chiusura della Banca Centrale siano all'ordine del giorno nel breve termine”.
Dal punto di vista del mercato, “ci aspettiamo che le obbligazioni argentine prendano il risultato come una notizia positiva. Le obbligazioni globali in dollari riprenderanno le contrattazioni nel pomeriggio, ma dovremo aspettare fino a domani per vedere la reazione dei mercati interni, dato che oggi è festa nazionale”.
Graham Stock, senior EM sovereign strategist, RBC BlueBay, rileva che “Il discorso della vittoria di Milei è stato misurato e ha dato pochi indizi sulle sue prossime mosse. Ha ribadito la sua identità di liberale e libertario, ma non ha specificato alcuna nomina o politica. Ha ringraziato i suoi sostenitori di lunga data e i due politici di spicco dell'opposizione che si sono uniti formalmente alla sua campagna dopo il primo turno: l'ex presidente Mauricio Macri e la candidata sconfitta di Juntos por el Cambio, Patricia Bullrich. Questo è significativo per due motivi: mantiene viva la speranza che il suo governo contenga tecnocrati esperti provenienti dall'opposizione e che sia in grado di costruire una maggioranza operativa al Congresso per portare avanti il suo programma legislativo”.
“Il programma legislativo - spiega il gestore - deve dare priorità al risanamento dei conti pubblici. In assenza di fonti di finanziamento interne o esterne, l'attuale governo ha fatto ricorso alla stampa di denaro per finanziare i deficit di bilancio, alimentando a sua volta un'inflazione che ha raggiunto il 143% annuo a ottobre e che è destinata a salire ulteriormente con l'abolizione dei controlli sui prezzi e la svalutazione del tasso di cambio ufficiale. Per generare un avanzo primario nel 2024 saranno necessari tagli ai sussidi energetici e una tempestiva deindicizzazione della spesa previdenziale, in modo che le entrate continuino a superare le spese mentre l'inflazione sale, per poi rompere il legame quando l'inflazione inizierà a diminuire in modo tale da ottenere un calo reale delle spese”.
“Milei - prevede l’economista - avrà bisogno di una buona dose di fortuna per gestire un cambiamento che sarà percepito dagli argentini come un trauma a breve termine per un guadagno incerto a lungo termine. Per lo meno il tempo sembra giocare a suo favore. Per l’Argentina, El Niño è tipicamente associato a buone piogge, che dovrebbero annullare gli effetti della siccità del 2023. Inoltre, la promessa del giacimento di shale gas di Vaca Muerta si sta finalmente concretizzando, con il gas che è stato convogliato a Buenos Aires per la prima volta quest'anno e con buone prospettive di esportazione verso il Brasile entro il 2025. Questi miglioramenti nella bilancia dei pagamenti potranno allentare le pressioni sulla liquidità del dollaro se un aggiustamento fiscale riuscirà a rafforzare la fiducia nelle prospettive a medio termine dell'economia".
“Siamo consapevoli - conclude Stock - delle difficoltà di gestione del governo che Milei dovrà affrontare e dei molteplici squilibri economici che erediterà. È comunque chiaro che gli argentini hanno votato per il cambiamento e siamo quindi cautamente ottimisti sul fatto che ci aspettano tempi più luminosi”.
Alejandro di Bernardo, Investment Manager di Jupiter AM, ritiene che "l’attuale mancanza di maggioranza di Milei al Congresso rappresenti una sfida e sottolinei l’importanza della sua alleanza con una parte del partito PRO (Proposta Repubblicana). Milei dovrà anche annunciare al più presto una squadra economica credibile e riteniamo sia probabile che adotti un approccio più pragmatico, moderando alcune delle sue proposte, soprattutto per quanto riguarda la dollarizzazione. Riteniamo che l’attuazione degli aggiustamenti fiscali e di un piano di stabilizzazione credibile saranno i principali fattori da tenere d’occhio prima dell’inaugurazione del suo mandato il 10 dicembre. Tuttavia, dato il contesto di riserve internazionali limitate, deficit fiscale significativo e una delicata fase di transizione, il rischio di esecuzione è estremamente elevato".
Secondo Claudia Calich, head of Emerging Markets debt del public fixed income di M&G Investments, "nel breve termine, sarà importante valutare una serie di fattori mentre il mercato percepisce il pieno impatto del risultato. Nel lungo termine l’incertezza è ancora maggiore, ma nei prossimi giorni e settimane ci aspettiamo maggiori dettagli e chiarimenti su come Milei intende procedere. Una questione da monitorare nel breve termine saranno le sue scelte di gabinetto, visto che Milei ha dichiarato che non le annuncerà fino all’inaugurazione. Una scelta molto importante è quella del Ministro dell’Economia, che avrà il compito di riformare un Paese che è sottoposto a forti pressioni a causa di un’inflazione in crescita, di una moneta che si sta svalutando ed è sull’orlo della recessione. Sebbene la reazione iniziale dei mercati al risultato elettorale sia stata positiva, le obbligazioni stanno ancora prezzando un ristructuring. A questi livelli, i mercati sembrano ancora piuttosto scettici riguardo a un rapido cambiamento della politica economica. Se ciò si dovesse verificare, il rally delle obbligazioni proseguirebbe ulteriormente. Ciò che i mercati non sembrano incorporare, invece, è uno scenario in cui l’Argentina dovesse rinnegare l’attuale accordo con il FMI o fare default sul debito estero. Questo potrebbe essere il primo test a breve termine per verificare la serietà di Milei nel riformare l’Argentina a lungo termine".