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High yield, crescita globale tra il 5 e il 7% nel 2024

1/8/2024 | Daniele Riosa

Akram Gharbi (La Française AM): “Il mercato HY beneficerà anche di fattori tecnici favorevoli soprattutto negli Stati Uniti, meno in Europa”


“Nel complesso, considerato l'attuale livello dei rendimenti, le nostre aspettative in termini di spread, tassi di interesse free-risk e di default, ci consentono di immaginare una performance positiva per il mercato HY globale nel 2024, compresa tra il 5 e il 7%”. Questa è la previsione di Akram Gharbi, head of high yield investment di La Française AM. E sugli eventuali rischi dice: “Quello maggiore per il 2024 è quello geopolitico, tenuto conto anche del numero elevato di elezioni: Tailandia, India e Messico nel primo semestre e poi Europa e Stati Uniti nella seconda metà dell'anno”.

Qual è il vostro approccio all’investimento nell’universo HY?
“Il nostro approccio è globale. Investiamo nel mercato HY globale a seconda delle opportunità. Non abbiamo restrizioni in termini di rating, anche se oggi siamo cauti nell'allocazione e tendiamo a privilegiare emittenti di buona qualità (generalmente con rating BB). Da un punto di vista settoriale, non investiamo in settori legati alle materie prime, al petrolio e al gas, alle armi o al tabacco. Al di fuori di questi settori, non abbiamo restrizioni. Oggi, nella nostra allocazione, privilegiamo i settori non ciclici come l'alimentare, il TMT (tecnologia, media e telecomunicazioni), i servizi, la sanità, ecc. Rimaniamo cauti sui settori ciclici a causa del rallentamento dell'economia globale”.

Dove vede opportunità da cogliere nel mercato?
“Con il forte restringimento degli spread alla fine dell'anno, le opportunità sul mercato stanno diventando sempre più rare. Esistono ancora alcune opportunità specifiche con emittenti europei e statunitensi nei settori dei servizi, della sanità e delle TMT e sul debito bancario. Quest'ultimo continua a offrire un premio rispetto al debito societario. Al momento ci manteniamo distanti dai mercati emergenti, perché la valutazione non è interessante rispetto al mercato HY statunitense. La curva dei rendimenti in Europa è ancora invertita o addirittura piatta. Negli Stati Uniti, invece, la curva dei rendimenti è più interessante con opportunità su durate da 5 a 7 anni su emittenti di alta qualità”.

Quali sono le prospettive per il 2024 per l’HY?
"Siamo neutrali sugli spread HY e piuttosto positivi sulla duration. Il livello degli spread ci sembra relativamente ‘stretto’ rispetto alle prospettive macroeconomiche. D'altra parte, il calo dei tassi free-risk potrebbe continuare con la ‘disinflazione’ globale e con la fine della stretta monetaria da parte delle banche centrali (FED, BCE, BOE). Prevediamo un aumento dei tassi di default in Europa rispetto ai livelli del 2023 e una relativa stabilità negli Stati Uniti. Nel complesso, non prevediamo un aumento massiccio dei tassi di default, perché la situazione finanziaria delle aziende (leva finanziaria, liquidità) rimane piuttosto buona rispetto ai cicli precedenti. Nel complesso, considerato l'attuale livello dei rendimenti, le nostre aspettative in termini di spread, tassi di interesse free-risk e di default, ci consentono di immaginare una performance positiva per il mercato HY globale nel 2024, compresa tra il 5 e il 7%. Storicamente, sulla base degli ultimi 6 cicli monetari negli Stati Uniti (dal 1995), la performance del mercato HY è stata sistematicamente positiva quando la FED ha posto fine all'inasprimento della politica monetaria. Il mercato HY beneficerà anche di fattori tecnici favorevoli soprattutto negli Stati Uniti, meno in Europa. Inoltre, la BCE inizierà a ridurre il proprio bilancio (fine del PEPP a partire dalla metà del 2024)”.

Quali fattori potrebbero modificare o impattare sul vostro scenario di riferimento per HY?
“Il rischio maggiore per il 2024 è quello geopolitico, tenuto conto anche del numero elevato di elezioni: Tailandia, India e Messico nel primo semestre e poi Europa e Stati Uniti nella seconda metà dell'anno. Con le prossime elezioni presidenziali statunitensi, si profila la minaccia di un ritorno di Trump, nel qual caso l'impatto sugli spread sarebbe maggiore sui mercati emergenti ed europei che sui mercati del credito statunitensi”.

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