“Da inizio 2023, il prezzo dell’oro è cresciuto del 10%, ma presenta due criticità”. Emiel Van Den Heiligenberg, head of asset allocation with responsibility for asset allocation strategy and macro research di LGIM, nel suo oulook sul metallo giallo per il 2024, spiega che “la prima è che, stando alle nostre valutazioni sul fair value, questa commodity è sovrastimata. Parte di questa sopravvalutazione potrebbe essere spiegata dal fatto che le maggiori banche centrali ne stanno acquistando una ingente quantità per rispettare le direttive sulle riserve legali e, nonostante la loro immensa disponibilità finanziaria, non sono insensibili alle valutazioni di lungo periodo”.

"La seconda - prosegue il manager - è che l’oro non remunera per il rischio, quindi un aumento del prezzo genera automaticamente maggiore concorrenza, che porta a remunerazioni minori per gli investitori e, di conseguenza, un calo della domanda”.  

“Prevediamo - conclude Emiel Van Den Heiligenberg - che il prezzo dell’oro potrebbe presto contrarsi, con gli investitori che opteranno per altre soluzioni come beni rifugio, come i bond o lo stesso denaro contante”.