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12/28/2011 | marco.gementi
Frenata delle Ipo (offerta pubblica iniziale) che segnano un controvalore in calo del 39% rispetto al 2010 a 161,9 miliardi di dollari: soltanto nell'ultimo trimestre dell'anno l'attività non è andata oltre 25 miliardi l'11% in meno rispetto al trimestre precedente.
La crisi finanziaria ha reso meno interessante la raccolta di risorse direttamente sul mercato.
I cali si notano sulle principali borse come New York e Londra, meno per Hong Kong che nel quarto trimestre ha superato i listini tradizionali, mettendo a segno il maggior numero di quotazioni per un controvalore di 6,3 miliardi di dollari, il 63% dell'attività complessiva: soltanto l'Ipo di Chow Fook Jewellery, la catena di gioiellerie famosa a Hong Kong, ha totalizzato 2,2 miliardi di dollari.
Male anche Piazza Affari che da luglio in poi ha annullato i buoni risultati del primo semestre: oltre all'Ipo di Ferragamo, ci sono state le quattro sull'Aim (Unione Alberghi italiani, Terni Green, Ambromobiliare, Made in Italy 1) tre sul Mac e quella di Italy 1 Investment sul Miv.
In generale, Wall Street mantiene il primato con una quota del mercato mondiale al 18%, seguita a ruota da Hong Kong con il 14% e Londra con il 10%.
La Borsa cinese di Shenzhen si è dimostrata la più attiva in questi ultimi mesi e con 26 nuove quotazioni guida la classifica con l'11% di nuove operazioni e, secondo un sondaggio della PriceWaterhouseCoopers, supererà insieme a quella indiana i listini tradizionali entro il 2025.
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