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FED in pausa, incognita sui tagli. I commenti dei gestori

5/2/2024 | Daniele Riosa

La Federal Reserve ha lasciato invariati i tassi di interesse fra il 5,25% e il 5,50%, ai massimi da 23 anni. Vediamo le analisi sulle decisioni prese dalla banca centrale USA


La Federal Reserve ha lasciato invariati i tassi di interesse fra il 5,25% e il 5,50%, ai massimi da 23 anni. Vediamo come i gestori commentano le decisioni prese dalla banca centrale USA.

John Lloyd, lead, multi-sector credit strategies di Janus Henderson, spiega che “come ci si aspettava, la Fed si è schierata a favore di uno scenario higher for longer, riconoscendo la chiara evidenza di un rallentamento del progresso dell'inflazione, ma è stata attenta a non far credere al mercato che la prossima mossa non possa essere altro che un taglio. La tempistica di questo eventuale taglio rimane un interrogativo. I mercati hanno accolto con favore il comunicato e la conferenza stampa di Powell, mentre molti si aspettavano un tono più hawkish da parte della Fed, con forse anche un accenno alla parola “rialzo”, vista la recente serie di dati sull'inflazione. Appare chiaro come la previsione di marzo del Comitato della Fed di tre tagli per il 2024 fosse troppo aggressiva, con lo scenario di base che potrebbe avvicinarsi a zero o un taglio. In generale continuiamo a ritenere che la politica stia facendo il suo, anche se più lentamente rispetto ai progressi registrati nella seconda metà del 2023. Il processo di normalizzazione per tornare all'obiettivo del 2% richiederà chiaramente più tempo di quanto previsto, ma riteniamo che la pazienza sia l'approccio giusto. Stiamo assistendo a segnali di rallentamento della crescita economica che potrebbero indicare che i tagli della Fed si stiano facendo lentamente strada nell'economia e questo potrebbe impattare negativamente sui dati macro statunitensi nel prossimo futuro. Noi riteniamo che, sia che si tratti di rendimenti più elevati per un periodo più lungo, sia che si tratti di rendimenti più elevati solo per questo momento, gli investitori dovrebbero continuare a trarre vantaggio dai rendimenti elevati di questo periodo”.

Secondo James McCann, vicecapo economista di abrdn, “l'ottimismo della Fed sul fatto che l'inflazione si stia dirigendo senza soluzione di continuità verso l'obiettivo è stato scosso dall'impennata della crescita dei prezzi registrata quest'anno. Infatti, nelle dichiarazioni alla stampa di ieri la Fed avverte che i progressi sono in fase di stallo e che è necessario che il trend riprenda prima di procedere a un taglio dei tassi. Il presidente Powell probabilmente ribadirà questo messaggio nella prossima conferenza stampa, minacciando addirittura che altre cattive notizie potrebbero compromettere la possibilità di tagliare i tassi quest'anno. Tuttavia, è probabile che la banca centrale mantenga una politica restrittiva, il che implica che l'inflazione si ridurrà con il tempo e che non si prevedono a breve ulteriori aumenti dei tassi”.

Richard Flax, Chief Investment Officer di Moneyfarm, spiega che “Nel corso della riunione di ieri, la Federal Reserve ha deciso di mantenere invariati per la sesta volta consecutiva i tassi d’interesse di riferimento, fermi nella forbice tra il 5,25% e il 5,50%. Nonostante i policymaker si dicano inclini ad effettuare un taglio dei tassi entro la fine dell’anno, la direzione deludente degli ultimi dati sull’inflazione li spinge a procedere con un approccio attendista. Dall’entusiasmo per il miglioramento dell’equilibrio economico, si è passati a toni più cauti, in attesa di valutare l’evoluzione dei potenziali rischi. Ad oggi, con un’inflazione superiore alle attese e un’economia ancora vivace, l’attenzione degli investitori si sposta sulla prossima conferenza stampa del presidente Powell, sperando possa offrire ulteriori indicazioni sulla politica monetaria della Fed e sulle prospettive future”.

Tiffany Wilding, managing director e economista di PIMCO, spiega che “alla riunione di giugno, quando il FOMC pubblicherà la prossima Sintesi delle Proiezioni Economiche (SEP), sospettiamo che i membri del FOMC rivedranno al rialzo le loro previsioni sull'inflazione PCE core, portandole più vicine al 3% (rispetto al 2,6% di marzo), e rivedranno al rialzo anche il percorso previsto per i tassi di interesse. Riteniamo che la previsione mediana dei tassi per il 2024 rifletterà ancora l'aspettativa del FOMC di almeno un taglio nel 2024. Tuttavia, è aumentata significativamente la probabilità che il FOMC non effettui alcun taglio. Naturalmente, nel caso in cui l'economia si indebolisse e il tasso di disoccupazione aumentasse, ci aspetteremmo che la Fed tagliasse in quello scenario, e se necessario in modo aggressivo”.

Álvaro Sanmartín, chief economist di Amchor IS, spiega che "La Fed lascia invariati i tassi di interesse e annuncia che, a partire da giugno, rallenterà il ritmo di riduzione del bilancio. Entrambe le cose sono abbastanza in linea con le aspettative. L'aspetto più importante della riunione di ieri è che il tono generale è stato ancora una volta chiaramente dovish, cosa che avrà senza dubbio un impatto favorevole sugli asset di rischio. Alcuni dei fattori che giustificano la dichiarazione di cui sopra sono i seguenti: 
- la Fed esclude di prendere in considerazione un aumento dei tassi in risposta alle recenti sorprese al rialzo dell'inflazione. Ritiene piuttosto che sia opportuno mantenere i tassi al livello attuale fino a quando non emergeranno prove più chiare che l'inflazione si stia avviando in modo sostenibile verso il 2%. 
- Powell sottolinea che, con un'inflazione inferiore al 3%, la Fed può prestare attenzione non solo all'obiettivo di inflazione, ma anche a quello della piena occupazione. In parole povere, la Fed taglierà i tassi se l'economia si indebolirà troppo".

Monica Defend, head of Amundi Investment Institute, rileva che “il meeting della FED ha evidenziato un approccio cauto, con la Banca centrale che non ha fretta di tagliare i tassi. Detto ciò, i commenti di Powell sono stati un po' più dovish di quanto il mercato si aspettasse, dal momento che ha escluso la possibilità di un rialzo dei tassi, pur rimanendo vago su quando la Banca centrale allenterà la propria policy. I dati sui non-farm payrolls di questa settimana forniranno importanti informazioni sulla tenuta del mercato del lavoro, elemento questo cruciale per le prospettive di politica monetaria. Prevediamo che l'economia statunitense rallenterà progressivamente e che la tendenza alla disinflazione rimarrà evidente. Tuttavia il tasso di inflazione sarà volatile e scenderà ad un ritmo più lento di quanto precedentemente previsto. Pertanto, ci aspettiamo tre, anziché quattro, tagli quest'anno, con il primo allentamento che potrebbe verificarsi a luglio. Questo è il nostro scenario di base, ma uno scenario alternativo che stiamo prendendo in considerazione è che se la Fed non dovesse muoversi a luglio, allora potremmo vedere due se non addirittura nessun taglio quest’anno”.

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