Reti & SGR, tutti i numeri della crisi Covid

Lo sguardo di analisti ed economisti ormai è rivolto verso l’autunno e verso i possibili scenari che ci troveremo a dover gestire dopo questo primo semestre fortemente condizionato dalla pandemia .
06/07/2020 | Redazione Advisor

Lo sguardo di analisti ed economisti ormai è rivolto verso l’autunno e verso i possibili scenari che ci troveremo a dover gestire dopo questo primo semestre fortemente condizionato dalla pandemia Covid-19. Tante le crisi che andranno gestite nel prossimo futuro: sia da un punto di vista sociale, sia economico. Su quest’ultimo fronte in molti cercano di capire quale sia stato il reale impatto dell’emergenza sull’industria della consulenza finanziaria e del risparmio gestito. 

 

Difficile capirlo perché la vecchia normalità, a livello operativo, non è ripartita e la cosiddetta “nuova normalità” sta ancora prendendo forma. Quello che però possiamo fare è valutare i numeri registrati dal settore tra febbraio e maggio 2020, ovvero nel corso di quella che ormai tutti conosciamo come Fase 1. E da lì partire per ogni altra valutazione.

 

Sicuramente nel corso della Fase 1, come ogni altra industria, anche quella del risparmio gestito ha accusato il colpo della crisi innescata dalla pandemia Covid-19. La fotografia scattata tra febbraio e maggio di quest’anno ha ancora contorni incerti e, secondo da quanto si legge nella consueta mappa di Assogestioni,  fa segnare complessivamente, per quel periodo, un saldo negativo pari a -1.6 miliardi di euro.  La discesa, seppur contenuta, era iniziata già a febbraio quando il calo era stato pari a -406 milioni fino ad acuirsi nel momento più duro del coronavirus ossia il mese di marzo, l’inizio del lockdown in Italia, con perdite fino a 8,6 miliardi. 

 

Certo, la ripresa c’è stata e aprile e maggio hanno fatto segnare una raccolta netta positiva rispettivamente pari a 2 miliardi e 5,4 mld per il dato più recente che quindi raddoppia rispetto al precedente. Da sottolineare però l’andamento dei fondi aperti, intaccati in maniera considerevole da questo trend ribassista arrivando a perdere 3,6 miliardi nel difficile periodo tra febbraio e maggio.  In quest’ultimo mese, peraltro, dimezzando la raccolta a 2,9 miliardi dai 5,7 mld di aprile. Assogestioni inoltre indica nell’ultima lettura, il patrimonio di maggio che si è attestato a  2.21 miliardi di euro, recuperando su aprile che era stato pari a 2,17 miliardi di euro. 

 

E sul front reti? In questo caso la fotografia scatta da Assoreti tra febbraio e maggio 2020 è più positiva, grazie però al risparmio amministrato e agli strumenti assicurativi e previdenziali. Durante la fase 1, infatti, il mondo dei consulenti finanziari ha raccolto oltre 15,2 miliardi di euro, 10 dei quali convogliati in strumenti dell’amministrato. I dati sul risparmio gestito confermano invece l’incertezza rivelata da Assogestioni con flussi totali, in quattro mesi, fermi a 4,8 miliardi, soprattutto a causa deo 2,5 miliardi “persi” a marzo e dell’andamento “lento” di fondi comuni e sicav che hanno archiviato la Fase 1 con soli 996 milioni di euro di raccolta netta. Decisamente più positivo l’andamento dei prodotti assicurativi e previdenziali : +2,8 miliardi di euro in quattro mesi.

 

È evidente che il risparmio gestito ha superato la fase 1 con un vigore superiore a quello di altre industrie ma, come accade spesso nei momenti di crisi, i fondi aperti hanno pagato, al momento, il prezzo più salato: dati alla mano sono questi gli strumenti che in quattro mesi hanno registrato il calo di patrimonio più importante, -43,6 miliardi. Sarà importante capire nei mesi autunnali come cambierà il portafoglio medio degli italiani e quando il mondo dei prodotti assicurativi e previdenziali siano in grado di riportare verso il risparmio gestito quei clienti che hanno optato per la pura liquidità.

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