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Azimut chiude il 2020 con numeri record

1/12/2021 | Daniele Riosa

Il gruppo prevede di archiviare l'anno appena concluso con il miglior utile netto consolidato della storia compreso fra i 375 milioni di euro e i 415 milioni di euro, superando il dato del 2019


Un 2020 col vento in poppa per Azimut. Sulla base dei primi dati di sintesi e delle stime dei risultati dell'anno appena concluso, il gruppo prevede di chiudere il 2020 con il miglior utile netto consolidato della storia, compreso fra i 375 milioni di euro e i 415 milioni di euro, superando il record del 2019. La parte alta della forchetta potrebbe beneficiare di effetti di bilancio connessi all’approvazione della Legge n. 178/2020 con riferimento al riallineamento fiscale dell’avviamento della capogruppo italiana.

Nel 2020 Azimut ha registrato una raccolta netta di 4,5 miliardi di euro, raggiungendo così il patrimonio complessivo più alto di sempre a 60,4 miliardi di euro (66,8 miliardi di euro includendo l’acquisizione di Sanctuary Wealth negli USA), in progresso del +2,3% rispetto a fine 2019. Alla fine del 2020, il totale del patrimonio del business estero ha raggiunto il 28% del totale (35% includendo l’acquisizione di Sanctuary Wealth negli USA), e la contribuzione all’EBITDA gestionale dell’estero è stimata tra i 53 milioni di euro e i 58 milioni di euro, nonostante un contesto di elevata volatilità sui mercati, in particolare gli emergenti.

Il gruppo inoltre, grazie al lavoro svolto dal Global Asset Management Team, presenta durante la tre giorni di convention annuale (12-14 gennaio 2021) con i consulenti finanziari in Italia, il lancio di nuovi prodotti rinforzando lo spirito innovativo e dinamico che da sempre contraddistingue la Società, tra cui: 
• La piattaforma di Banca Sintetica con l’obbiettivo di erogazione di finanziamenti alle piccole e medie imprese italiane per 1,2 miliardi di euro nel periodo 2021-2025 supportato dallo sviluppo della gamma prodotto alternative credit che vedrà ad inizio anno il lancio di due innovativi fondi: o ELTIF PIR Digital Lending: strategia focalizzata su prestiti con garanzia statale e crediti commerciali, investiti attraverso piattaforme fintech (peer-to-peer e invoice financing) che utilizzerà algoritmi di Artificial Intelligence e Big Data Analysis per un monitoraggio continuo del rischio permettendo un’analisi efficace ed efficiente dell’evoluzione della qualità del portafoglio.

Target size del fondo 250 milioni di euro. o FIA Private Debt Multistrategy: strategia di private debt con i benefici di elevata diversificazione tra performing assets (prestiti e crediti commerciali), non performing assets (crediti privati e pubblici), direct lending e special situations. Il fondo potrà beneficiare della capacità di origination attraverso il network globale del Gruppo. Target size del fondo 300 milioni di euro.

• Gamma A.L.T.O.: dopo l’avvio nel febbraio 2020 di ALTO Equity e ALTO Credit (strategie di special situations nei mercati quotati che investono nel credito e nell’equity) che hanno prodotto rispettivamente performance di +25% e +15% nel 2020, continua l’espansione della gamma delle strategie di investimento private nei mercati pubblici con il lancio di ALTO Italia, primo fondo di Private Investment in Public Equity (“PIPE”) sul mercato quotato italiano e ALTO Venture, fondo con focus sul Nasdaq con un’allocazione settoriale del portafoglio in linea con l’attività svolta dai Venture Capital negli Stati Uniti.

L’obbiettivo di rendimento è in linea con i mercati privati (5% obbligazionario, 10% azionario annuo su orizzonte temporale di 7 anni). Infine, nonostante un contesto di mercato poco favorevole per il reclutamento di consulenti finanziari, l’attività del Gruppo in Italia nel corso del 2020 ha registrato 94 nuovi ingressi, portando il totale del Gruppo Azimut a fine 2020 a 1791 unità.

Gabriele Blei, amministratore delegato del gruppo, spiega che “nel 2020 abbiamo superato il record di utile netto con un dato che oscillerà tra i 375 e 415 milioni di euro, ben al di sopra del target di 300 milioni di euro annunciato ad inizio 2020, prima dello scoppio della pandemia. Questi risultati sono il frutto di un mix di aumento dei ricavi ricorrenti, disciplina e contenimento dei costi operativi, performance positiva ai clienti di +1.15% e sviluppo di prodotti e servizi, non ultimo lo sviluppo dell’iniziativa nei private markets con Azimut Libera Impresa, che pongono le basi per il proseguimento della crescita futura. Abbiamo continuato ad investire e crescere all’estero, finalizzando anche importanti operazioni di M&A, che contribuiranno alla crescita dei margini. Siamo fiduciosi che tutto ciò verrà riflesso in una corretta valorizzazione del titolo. Infine, ringraziamo tutti i dipendenti, consulenti finanziari e collaboratori del Gruppo per l’instancabile contributo e la passione con cui hanno affrontato un periodo senza precedenti trasformandolo nei migliori numeri della nostra storia”.

Pietro Giuliani, presidente del gruppo, esprime tutta la sua soddisfazione: “Nel 2020 abbiamo raggiunto risultati molto importanti: 375-415 milioni di euro, l’utile più alto mai raggiunto, una performance netta ai clienti positiva del 1,15% (vs. 0,75% dell’indice Fideuram) che, se sommata a quella del 2019, porta il rendimento netto a quasi il 10% in due anni. Siamo gli unici che continuano a credere ed investire nel modello integrato di gestione e distribuzione, facendolo in tutto il mondo con una presenza capillare del nostro Global Team e delle nostre reti di consulenti in 17 Paesi. La sostenibilità del nostro modello ci ha anche permesso di essere tra i pochi a pagare nel 2020 un dividendo di 1 euro per azione agli azionisti”.

Inoltre, “nel 2020 abbiamo anche raggiunto il target di 2 miliardi di masse in prodotti di economia reale, coerentemente con la strategia di medio-lungo periodo di generare rendimenti positive per i clienti, innovando la gamma prodotto grazie all’esposizione ad asset class che storicamente hanno generato performance superiori a quelle tradizionali. I numeri che ne derivano in termini di crescita e di utile netto, sono stati puntualmente anticipati da un management che da più di 15 anni, dalla quotazione nel 2004, non ha mai disatteso un obbiettivo dichiarato. Tutto ciò non viene ancora valorizzato correttamente dal mercato e dagli analisti causa la non comprensione di un modello di business e di una strategia unica nel settore”.

“Siamo invece convinti – conclude Giuliani- che il valore della nostra società sia molto più elevato di quello attuale, motivo che ci ha portato, attingendo ai nostri risparmi personali, a rafforzare nel 2018, e nuovamente nel 2020, con due operazioni di leveraged buy-out, la quota azionaria detenuta da manager, consulenti, gestori e dipendenti“.

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