Un luglio particolarmente significativo per i big del risparmio gestito italiano. Come calcola il Sole 24 Ore, la raccolta netta de big del settore si attesta sui 4 miliardi di euro. Durante il mese scorso Azimut ha registrato flussi netti in entrata per 1,6 miliardi di euro, 695 milioni per Banca Generali, mentre Anima ha superato per la prima volta la barriera dei 200 miliardi di masse gestite grazie anche a una raccolta mensile di 462 milioni.

Anche Fineco potrebbe proseguire sulla scia degli altri big visto che, l’a.d. Alessandro Foti, nel presentare la semestrale alla stampa, ha parlato di una raccolta di luglio che si aggira sui 900 milioni, e saranno verosimilmente seguiti nei prossimi giorni da Banca Mediolanum, che finora ha marciato di pari passo ai concorrenti (4,7 miliardi in più nei primi sei mesi).

Se fosse idealmente confluita in un unico contenitore, spiega sempre il quotidiano di Confindustria, la liquidità intercettata dalle cinque società quotate italiane nella prima metà di questo 2021 avrebbe già superato i 27 miliardi. Un livello ragguardevole rispetto a quanto totalizzato 12 mesi prima (quasi 15 miliardi, in un periodo però segnato dall'espansione dell'epidemia in Europa) e che a giudicare dalle indicazioni appena giunte su luglio ha tutte le carte in regola per essere sensibilmente ritoccato nella restante parte dell'anno e forse anche oltre.

Al di là di ciò che segnalano i numeri in sé, è l'aspetto qualitativo a rappresentare probabilmente il lato più interessante della vicenda, come non smettono di ricordare a turno i manager delle società del risparmio. Messe da parte le iniziative temporanee per attirare nuova clientela, le case italiane hanno iniziato a raccogliere risparmio gestito 'vero': fondi e gestioni anziché conti corrente o titoli da amministrare, la cui componente vale ormai oltre la metà del dato totale (e attorno a1 70% per Fineco e Mediolanum).