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Schroders: l'Insite Tour 2014 fa tappa a Milano

3/3/2014

L'iniziativa toccherà 44 città italiane. Ad aprire l'evento milanese è stata Donatella Principe, responsabile institutional business


Schroders ha fatto tappa a Milano con l’Insite Tour 2014, un'iniziativa che toccherà un totale di 44 città italiane solo nel primo semestre dell’anno per offrire ai consulenti finanziari l’opportunità di confrontarsi con il team dell'asset manager su mercati e idee di investimento. Ad aprire l’evento milanese è stata Donatella Principe, responsabile institutional business di Schroders Italia, che ha tracciato un breve bilancio del 2013 per poi guardare all’anno da poco iniziato. “Innanzitutto, il tasso di crescita globale nel 2014 sarà superiore rispetto al 2013. Per gli Stati Uniti la parola chiave sarà ‘accelerazione’, mentre in Europa assisteremo a una ripresa timida, a una  ‘stabilizzazione’”, ha esordito Principe, aggiungendo poi che “nel 2014 uno dei temi sarà quello delle differenze tra le economie sviluppate, con la ripresa a stelle e strisce sempre più solida e l’Europa ancora afflitta da problemi strutturali irrisolti”.

E in campo finanziario? Per Principe, “la volatilità ci accompagnerà per tutto il 2014, un elemento non necessariamente negativo, ma anzi positivo, soprattutto per le gestioni attive, che potranno nuovamente dimostrare il loro vero valore aggiunto”. L’asset allocation sarà quindi orientata prevalentemente alle azioni, con la view di Schroders sulla componente obbligazionaria “tra il neutrale e il negativo, con il settore governativo che agisce quasi esclusivamente come hedge, quindi come scudo contro i picchi di volatilità”. 

Per poter cogliere le opportunità offerte dall’azionario senza rinunciare all’approccio difensivo dei bond, Schroders mette a disposizione degli investitori Schroder ISF Global Multi-Asset Income, un fondo che si focalizza sugli emittenti in grado di offrire elevati e sostenibili livelli di income, diversificando a livello di Paesi, settori e capitalizzazione. Se un rialzo dei tassi di interesse da parte delle Banche centrali al momento non sembra probabile, resta da capire quali saranno i driver per l’equity nel 2014.

Oggi il sentiment comune pare essere che se gli stock americani sono cari, l’Europa è a sconto. Effettivamente, è emerso durante l’incontro che il livello di sconto è oggettivamente notevole, ma bisogna sottolineare che tale livello è giustificato dalla mancata generazione di profitti. C’è però un fortissimo momentum nella generazione degli utili che, pur partendo da livelli negativi, seguono un trend di miglioramento. Inoltre, i livelli di valutazione in quasi tutti i settori sono di sconto, solo i titoli cosiddetti aristocratici hanno valutazioni in linea alle medie storiche.Per sfruttare il nuovo slancio dei mercati europei, Schroders pmette a disposizione il fondo Schroder ISF European Dividend Maximiser, il quale, tramite una strategia finalizzata alla generazione di un flusso di reddito periodico che con le opzioni potenzia i dividendi dei titoli in portafoglio, rappresenta una soluzione d’investimento originale nel vasto panorama dei prodotti azionari.

La parte finale dell’evento è stata dedicata alle cosiddette economie pre-emergenti. All’inizio del loro ciclo di crescita, questi Paesi hanno tutte le carte in regola per registrare tassi di espansione economica superiori a quelli attuali della Cina. Tra le caratteristiche principali ci sono lo sviluppo demografico, la ricchezza di risorse, il basso costo del lavoro. Per accedere al potenziale dei paesi di frontiera, Schroders nel 2010 ha ideato Schroders ISF Frontier Markets Equity, uno dei primi fondi a investire in queste economie, che seleziona le migliori opportunità azionarie grazie a un diretto presidio dei mercati locali. I vantaggi dei mercati di frontiera sono innanzitutto di tipo economico, con tassi di crescita superiori ai Paesi emergenti e un costo del lavoro basso, propedeutico alla concentrazione degli investimenti esteri. Inoltre, i mercati di frontiera costituiscono un ottimo strumento di diversificazione nei portafogli, in virtù di una bassa correlazione con i mercati emergenti e i mercati globali.

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