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Gestore della settimana: "Ecco le obbligazioni italiane su cui puntare"

6/1/2015

Olivier de Berranger, gestore dei fondi Echiquier ARTY, spiega ad AdvisorOnline.it la strategia dei prodotti diversificati targati Financière de l'Echiquier


Financière de l'Echiquier mantiene la rotta mentre i mercati si apprestano a entrare nei mesi estivi in cui, di solito, aumenta la turbolenza sui listini. "Non abbiamo cambiato strategia rispetto alle nostre principali convinzioni che sono state illustrate a inizio anno, come di consueto, dal nostro cio. Il 2015 sarà un buon anno per le borse europee, grazie all’euro, ai bassi prezzi del petrolio e alla politica monetaria della Bce" spiega ad AdvisorOnline.it Olivier de Berranger (nella foto), gestore dei fondi Echiquier ARTY e Echiquier Dividende, appena registrato in Italia. Parlando dei fattori che possono turbare l’andamento dei mercati, de Berranger spiega che il “il principale rischio sui mercati che vediamo nei prossimi mesi è il rialzo dei tassi da parte della Fed che porterà a un aumento di volatilità anche perché, nonostante le analisi sui media, c’è poca chiarezza sulle prossime mosse della Yellen”.

Quanto alla strategia del fondo, il gestore spiega che “la nostra gestione mira a ottenere il rendimento attraverso una gestione obbligazionaria, orientata al credito, assieme a una gestione azionaria orientata al rendimento". "Investiamo in azioni europee, ma con un’esposizione ai mercati globali. ll nostro processo di stock picking - prosegue - ci permette di ridurre la dispersione di valore negli indici e di cavalcare la meglio questi trend e individuare le aziende che performeranno meglio, secondo le nostre previsionIn genere preferiamo le società esportatrici, che possono beneficiare dell’euro debole, ma ci piacciono anche le aziende attive nei beni di consumo o le compagnie aeree, che possono beneficiare del basso prezzo del petrolio”.

Il fondo ha ridotto l’esposizione all’health care, i cui prezzi hanno ancora pochi margini per crescere ulteriormente, vendendo i big pharma come Sanofi e messo in portafoglio aziende come la finlandese UPM, attiva nella produzione carta. “Il 40% del nostro portafoglio azionario – spiega - ècomposto da aziende francesi: abbiamo una conoscenza diretta con il management di molte aziende e c’è un vantaggio fiscale in Francia per gli investimenti nella borsa francese”.

L’Italia è presente invece nella selezione dei bond (pesa per il 14% sui protafoglio obbligazionario, ce ha una rendimento cedolare del 2,5%), con i titoli Fiat Chrysler, Exor, Telecom Italia, Intesa Sanpaolo e Unicredit. “Il fondo ha una bassa esposizione ai titoli convertibili. Nel segmento subordinati ci piacciono i vintage di tre – quattro anni fa, nel periodo precedente a Basilea 3, mentre le nuove emissioni sono poco attraenti per il basso ritorno per il rischio. Nell’Europa periferica preferiamo i finanziari, i cui rendimenti sono eccessivamente schiacciati”.

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