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Parte l'IPO di Poste Italiane. Un operatore che punta sul gestito

10/12/2015 | Marcella Persola

L'a.d. Caio nel corso della presentazione ha indicato come uno dei driver di crescita del gruppo proprio il risparmio gestito.


E' partita quest'oggi la privatizzazione del 40% di Poste Italiane. L'offerta rivolta ai risparmiatori italiani, ai dipendenti e a investitori italiani ed esteri punta al collocamento di 453 milioni di azioni. Si tratta della più grande operazione in Borsa dopo quelle degli anni '90 Della quota di azioni che andrà sul mercato il 70% è riservato agli investitori istituzionali. Il restante 30% è per il mercato retail compresa una tranche di 14,9 milioni di azioni che saranno riservate ai dipendenti. Il prezzo sarà compreso in una forchetta di prezzo tra 6 e 7,5 euro per azione per un valore della società fissato tra un minimo non vincolante di 7,837 miliardi ed un massimo di 9,796 miliardi. Allo Stato andranno al massimo 3,7 miliardi di euro. Il road show dovrebbe concludersi il 22 ottobre, mentre il primo giorno di contrattazioni in Borsa per le Poste italiane sarà il 26 o il 27 ottobre.

 

Nel corso della presentazione odierna l'a.d. Francesco Caio ha illustrato i punti di forza del gruppo e come l'investimento in Poste Italiane rappresenti "l'investimento in una società robusta dal punto di vista economico/finanziario, con un'ampia base clienti e il cui piano industriale punta a una significativa crescita degli utili". Utili che sono sempre più legati ai servizi finanziari/assicurativi e non al business tradizionali. Infatti andando ad analizzare i dati del 2014 emerge che nella componente ricavi il fatturato predominante è quello dei servizi assicurativi (18,8 miliardi) seguito dai 5,4 miliardi dei servizi finanziari e i 4 miliardi legati alla logistica e corrispondenza. "Questi risultati ci permettono di avere un ROE più elevato rispetto al retail banking" evidenzia l'a.d. Caio.

 

Sul 2015 il responsabile finanziario del gruppo Luigi Ferraris ha mostrato una crescita dell'utile operativo del 26% a 638 milioni con ricavi in aumento del 7% a 16 miliardi. Anche in questo caso è stata la componente di business non tradizionale ad aver generato i maggiori proventi. Inoltre Ferraris ha evidenziato come nel 2014 il flusso di cassa operativo a disposizione della remunerazione dei soci è stato pari a più di 600 milioni. Risorse che giustificano la decisione di applicare una politica di dividendi per il 2015 e 2016 incentrata su un pay-out ratio pari all'80%.

 

Per l'a.d. Caio i trend attuali del momento caratterizzati da: maggiore propensione a indirizzare investimenti verso il risparmio gestito, l'aumento di pagamenti digitali, e-commerce sono tutti fattori sui quali Poste Italiane è presente tante' che nel 2020 l'obiettivo è una forte crescita nel segmento asset management, nei pagamenti digitalizzati e nell'e-commerce. "Nell'assicurazione siamo leader e puntiamo a replicare il successo di Poste Vita" continua Caio. Ma la vocazione di Poste Italiane precisa Caio nel segmento del risparmio gestito "è quella di essere distributore", quindi non si paventa l'ipotesi di fabbrica prodotto. E anche sul fronte partecipazioni si valuterà a seconda dei volumi di mercato se aumentare le partecipazioni, come quella in Anima SGR.

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