Tempo di lettura: 2min

Le Menestrel: "La crisi del petrolio non è la crisi subprime"

2/25/2016 | Davide Mosca

Il presidente di Financière de l'Echiquier commenta l’andamento dei mercati, concentrando l’attenzione sulle correlazioni, spesso improprie, che si osservano da inizio 2016


Collegare l’attuale scenario dei prezzi del greggio a crisi passate e situazioni già vissute dai mercati è improprio se si analizzano razionalmente i fondamentali economici e le dinamiche in atto. Didier Le Menestrel, presidente di Financière de l’Echiquier, è molto chiaro nel prendere posizione sulla singolare correlazione registrata da inizio anno. “Si verifica un’accelerazione dei future sul petrolio – spiega Le Menestrel - come è successo il 20 gennaio scorso, e il Dow Jones cede più del 4%; in serata il petrolio recupera e subito le azioni riprendono quota. Questa seduta, eccezionale per la sua entità, illustra bene un fenomeno nuovo: da inizio anno, le quotazioni del petrolio sono diventate la variabile esplicativa del prezzo delle azioni.”

 

La prosecuzione della crisi del petrolio e, nel peggiore degli scenari, un crollo del settore iniziano ad essere oggetto di un paragone che secondo il presidente di Financière de l’Echiquier non regge al vaglio di un'analisi razionale dei differenti contesti: quello con la crisi subprime del 2007 ed annesso spettro recessione. “Facendo questa lettura – commenta -  si commettono due errori. Un errore di scala e uno di perimetro.” Di scala, perché gli investitori immobiliari rappresentavano nel 2007 il 6,5% del PIL statunitense, mentre quelli del settore petrolifero oggi pesano per lo 0,5%. Inoltre, il debito legato all’immobiliare rappresentava il 70% del PIL nel 2007 contro appena il 3% per il settore petrolifero oggi. Di perimetro, perché la crisi dei subprime è stata devastante anche perché i crediti deteriorati interessavano pressoché tutti attraverso i prodotti strutturati.

 

“Anche il più pessimista fra gli economisti – conclude Le Menestrel -  riconosce che l’impatto netto di un petrolio a prezzi convenienti è globalmente positivo per la crescita dell’economia mondiale, poiché in un tale contesto i vincenti sono più numerosi dei perdenti.”

Condividi

Seguici sui social

Advisor è la prima piattaforma interamente dedicata alla consulenza patrimoniale e al risparmio gestito con oltre 38.000 professionisti già iscritti


Accedi a funzionalità esclusive e migliora la tua esperienza di navigazione


  • Leggi articoli esclusivi
  • Salva le tue news preferite
  • Partecipa ad eventi esclusivi
  • Sfoglia i magazine in anteprima

Iscriviti oggi!

Hai già un profilo? Accedi qui

Cerchi qualcosa in particolare?