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5/25/2016 | Davide Mosca
"Una montagna di debito." Così John Lambert, responsabile investimenti di GAM, inizia il suo commento centrato, in particolare, sullo stato dell'azionario statunitense. L'indebitamento globale, nota Lambert, è giunto a livelli senza precedenti. Se nel 1960 il totale del debito governativo emesso rappresentava il 53% del Pil, nell’ultimo trimestre, aveva raggiunto il livello record del 104%. Considerando il totale dei debiti non finanziari, la percentuale alla fine del 1960 sale al 139%, mentre quella a dicembre 2015 si attesta al 249%. Un record, superiore persino ai massimi del terzo trimestre 2009, che unitamente alle politiche non convenzionali adottate dalle banche centrali dovrebbe, secondo il responsabile investimenti di GAM, "rappresentare una condizione preoccupante per gli investitori."
Per quanto riguarda la situazione statunitense nello specifico, si riscontra un netto aumento del debito societario per effetto dei prestiti a basso costo, a cui però non seguono significativi risultati in termini di valore per gli azionisti. "Secondo i dati dell’US Bureau of Economic Analysis - sottolinea Lambert - i cash-flow delle aziende a livello globale sono aumentati appena di 11 miliardi di dollari dal 2010 al 2015, mentre il debito complessivo nel settore corporate è aumentato di più di due trilioni di dollari, o il 34%, negli ultimi 5 anni. E questa è una divergenza assoluta e uno schema tipico dell’ultima fase del ciclo, fattore che rende attualmente difficile trovare attraente l’azionario Usa."
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