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6/7/2016
La maggior parte fondi pensione e dei gestori prevede che il blockchain verrà ampiamente utilizzato nel settore investimenti nel corso dei prossimi cinque anni, anche se solo il 7% ha già intrapreso iniziative a supporto. È quanto emerge da un’indagine di State Street Corporation, condotta in partnership con Oxford Economics, secondo cui il 74% dei fondi pensione ritiene che il fenomeno blockchain (il registro pubblico e condiviso sul quale si basa l'intera rete Bitcoin) raggiungerà le dimensioni tali da renderne necessaria l’adozione.
Nonostante l’ottimismo dei fondi pensione, il 48% dichiara di non saperne abbastanza, mentre i gestori si sentono ancor meno sicuri: il 78% infatti riconosce di aver bisogno di una conoscenza più approfondita in materia.La maggior parte degli intervistati (80%) concorda sul fatto che il blockchain avrà l’impatto maggiore sui dipartimenti IT, dimostrando che le istituzioni riconoscono la necessità di assumere personale con le capacità necessarie per adattarsi alle nuove esigenze tecnologiche. Inoltre, l’81% dei gestori ritiene che l’adozione del blockchain avrà lo stesso impatto dirompente sulle professionalità all’interno dei team dedicati agli investimenti.
"La maggior parte degli investitori istituzionali è ben consapevole che il blockchain, essendo una tecnologia emergente, ha le potenzialità per diventare un’applicazione di uso quotidiano nel prossimo futuro" spiega Antoine Shagoury, global chief information officer di State Street. "Quello che emerge dalla nostra indagine è la mancanza di preparazione e incertezza su quale sia il miglior approccio per gestire questo cambiamento dirompente, nonché la necessità di un maggior livello di education in materia".
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