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Azioni: i titoli su cui puntare per sopravvivere a Brexit

6/24/2016

Molti operatori avevano assunto posizioni non appropriate per una eventuale vittoria del Leave, amplificando l'impennata di avversione al rischio


È stata un’onda d’urto quella provocata dalla vittoria a sorpresa dei “Leave” al sondaggio sulla permanenza del Regno Unito nell’Unione Europa sulle Borse. I mercati azionari locali stamattina hanno ceduto terreno sulla scia delle crescenti preoccupazioni globali di crescita. I cali più grandi sono attesi in Regno Unito e nelle Borse europee: l’Eurostoxx 50 ha aperto al ribasso intorno al - 5.5%. Molti operatori, spiegano gli esperti, sono stati sorpresi dall’esito referendario e sembra avessero assunto in precedenza posizioni non appropriate per una eventuale Brexit: il posizionamento più ottimista, insieme alla scarsa liquidità di mercato, ha amplificato l’impennata di avversione al rischio.

Ci aspettano altre ondate di vendite anche nei prossimi giorni? Non è detto. "I broker hanno notato che c’è stata un’ingente accumulazione di liquidità negli ultimi mesi, che dovrebbe tornare ad essere investita quando i mercati si stabilizzeranno" ammette Ritu Vohora, investment director del team azioanrio di M&G Investments. Dunque, dove puntare?

Yves Maillot, head of European equities investment division di Natixis Global Asset Management prevede nel medio periodo un ribasso del 10 - 12% per l’EuroStoxx50 e lo Stoxx600, i due principali indici che raggruppano le società più grandi quotate nel Vecchio Continente. Secondo l’esperto, nell’Europa Continentale, i mercati favoriti dalla Brexit dovrebbero essere quelli della “core Europe” (Germania e Svizzera) e settori come l’health care, telco, beni di consumo non ciclici, utilities e real estate. Le piazze finanziarie sfavorite dalla Brexit sono quelle periferiche: Italia, Spagna e Portogallo.

I settori da evitare nella Borsa di Londra, invece, sono i finanziari, soprattutto i gruppi bancari domestici e i gruppi internazionali con una larga esposizione al mercato domestico, a seguito dei trend ribassisti sulla sterlina e sui Gilts, il real estate, il settore delle costruzioni, i trasporti e le società di beni di consumo il cui fatturato è in larga parte domestico. I settori più resilienti, invece, sono l’health care, i settori non ciclici (staples - food & beveraggi), gli energetici e le società che puntano sull’export che potrebbe avvantaggiarsi dalla debolezza della sterlina.

Secondo Viktor Nossek, direttore della ricerca di WisdomTree Europe (provider di Etf ed Etp), la Brexit apre delle buone opportunità per le società europee che distribuiscono dividendi: “Le large cap saranno probabilmente meno penalizzate da eventuali accordi commerciali sfavorevoli. Le multinazionali britanniche con una forte impronta globale e un reddito da dividendi remunerativo offrono alternative difensive all’evento Brexit e, al netto, potrebbero beneficiare dell’impennata delle esportazioni in caso di deprezzamento della sterlina”.

I rischi di ribasso, invece, interesseranno soprattutto i titoli a più piccola capitalizzazione, con modelli di business sono più concentrati sul Regno Unito. Della stessa opinione è Paras Anand, responsabile del team azionario Europa di Fidelity International, che mantiene una visione più costruttiva sui mercati . “La reazione dei mercati – spiega - sarà meno drammatica nonostante gli osservatori più pessimisti nei giorni scorsi abbiano prefigurato il crollo della sterlina e della Borsa di Londra. Siamo di fronte a un evento politico con ripercussioni economiche e il contagio sarà più contenuto rispetto a quello visto nell’ultima crisi del debito europeo nel 2011".

Nel medio termine rest Anand rimane positivo sia sulla Borsa britannica sia su quelle europee "perché le valutazioni sono ancora molto attraenti rispetto ad altre asset class così come i dividendi". E suggerisce di non farsi prendere dal panico: "Per molti investitori oggi è più importante la protezione capitale che la crescita. La gente, insomma, preferisce evitare la volatilità nel breve termine, investendo in obbligazioni con rendimenti minimi o addirittura negativi. Ma questa non è la nostra filosofia: come investitori di lungo termine facciamo nostro il detto di Warren Buffett, sii avido quando gli altri hanno paura”.

Per Philip Saunders, co-head multi-asset growth di Investec Asset Management, sarà fondamentale selezionare con attenzione tra i titoli che hanno una maggiore probabilità di essere colpiti da un’ampia gamma di fattori ciclici interni, che per natura non sono di lunga durata, e società, come ad esempio i titoli bancari, che potrebbero essere colpite in maniera più strutturale. "Difficilmente il mercato è in grado di fare questa netta distinzione in una prima fase - sottolinea il gestore - e quindi, per i gestori in grado di adottare un approccio di selezione dei titoli molto scrupoloso, in grado di esaminarli uno ad uno, questo potrebbe rappresentare un notevole vantaggio nel lungo periodo. Molte società britanniche quotate potrebbero in realtà beneficiare di una sterlina debole o grazie ad un incremento della competitività o dalla conversione degli utili provenienti dall’estero".

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