Matt Miller, analista politico di Capital Group, si concentra sulla corsa per la Casa Bianca e sulle implicazioni per gli investitori. La chiave per investire è non porsi la domanda su un eventuale effetto Clinton o effetto Trump sui mercati e tenere un orizzonte di lungo termine, vista, fa notare MIller, la performance dell'indice Standard & Poor’s 500 negli ultimi otto decenni. 

 

 

 

 

Prendendo come data di inzio di un ipotetico investimento decennale di 10.000 dollari l'anno delle elezioni presidenziali Usa, sono 17 su 18 le occasioni in cui il valore investito è aumentato. La media dell'accrescimento è da 10.000 a 29.456 dollari nei casi in cui il successo è andato ai democratici, mentre raggiunge quota 32.413 dollari con le vittorie repubblicane. Quale partito, dunque, è in grado di stimolare più incisivamente i mercati: repubblicani o democratici? La risposta di Miller è: nessuno dei due, o meglio, entrambi.

 

 

 

"Le campagne presidenziali - avverte - focalizzano l'attenzione dell'opinione pubblica sulle notizie negative e questo può rappresentare una pericolosa distrazione per gli investitori. Tuttavia - prosegue - chi prescinde dalle distorsioni di breve termine, restando concentrato sugli obiettivi di lungo periodo senza pretendere di prevedere i movimenti del mercato, ha tendenzialmente raccolto i maggiori frutti a lungo termine."