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8/26/2016 | Massimo Morici
L’effetto Brexit c’è stato eccome sull’industria del risparmio gestito britannica. A giugno, stando ai dati di Cerulli Associates, gli investitori britannici hanno tolto dai fondi di investimento 3,5 miliardi di sterline (4,7 miliardi di dollari), una cifra più alta dei deflussi visti durante il picco della crisi finanziaria a seguito del collasso di Lehamn Brothers nel 2008. Molte case di investimento, spigano gli analisti, non si aspettano che la montagna di denaro riscattata si riverserà di nuovo sui fondi nei prossimi mesi, anche se la seconda parte dell’anno a detta di molti osservatori dovrebbe mostrare segnali più positivi.
I titoli azionari degli asset manager sono crollati snelle due settimane immediatamente successive al voto , soprattutto dei gestori che vendono quote di fondi nell’Europa Continentale, come Henderson (-27%) Schroders (-24%) e la compagnia assicurativa Legal & General (-30%), attiva anche nell’industria del risparmio gestito. L’analisi di Cerulli ricorda che molti asset manager sono stati costretti a chiudere i fondi immobiliari alzando le penali per i riscatti. Gli esperti si sono concentrati, in particolare, su Henderson che ha visto uscire in due settimane quasi 1 miliardo di sterline dai suoi fondi. I deflussi a giugno dal mercato retail ammontano a 1,4 miliardi di sterline: il 90% sono stati registrati a giugno.
Tuttavia i dati sui primi sei mesi non sono così drammatici: i deflussi complessivamente si sono attestati a 2 miliardi di sterline rispetto ai 5,6 miliardi dello stesso periodo dello scorso anno. La società, inoltre, ha ricordato che il 95% dei suoi clienti sono britannici e che, sebbene tutti i suoi fondi abbiano il passaporto europeo, l’impatto della Brexit sarà marginale.
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