Bill Gross (nella foto) torna ad accusare la Fed nella sua ultima newsletter di settembre: dopo aver drogato i mercati con il QE ora esita a normalizzare i tassi. Per l’ex cofondatore di PIMCO, da due anni alla guida del fondo unconstrained di Janus Capital, i tassi a zero o negativi rischiano di distruggere il modello del capitalismo, che "non può funzionare con 11 trilioni di dollari investiti in obbligazioni con tassi negativi", una montagna di soldi che per Gross non sono più da considerare attività, ma passività. “Tu e i tuoi colleghi avete spostato 11.000 miliardi di dollari dalla parte sinistra a quella destra del bilancio globale” scrive Gross rivolgendosi a Janet Yellen, la quale giorni fa ha annunciato la possibilità di un prossimo rialzo senza però aggiungere ulteriori indicazioni sulla tempistica.

Per Gross ormai tutte le classi di attivo sono state alterate dalle politiche monetarie e gli investitori "dovrebbero sapere che stanno camminando su una sottile lastra di ghiaccio”. Gross, infine, ricorda di non essere il solo a interpretare il ruolo di Cassandra e fa il nome di Stanley Druckenmiller, gestore di hedge fund ed ex braccio destro di George Soros, che ha ammesso di recente di avere una visione fortemente negativa su Wall Street, sebbene poi l'indice S&P 500 abbia toccato ad agosto un nuovo massimo storico.

L'altro "compare" è Jim Grant, un noto commentatore di Wall Street (ex Barron) e autore di una seguita newsletter. Grant ha detto che la politica dei tassi a zero, oltre a produrre enormi distorsioni sui mercati, causerà la prossima crisi bancaria. E ha fatto proprio l’esempio dell’Italia: i titoli decennali hanno tassi più bassi dei corrispettivi americani, ma "nessun investitore crede che il nostro Paese tornerà ai fasti di Roma".