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Pioneer Investments: testa a testa tra Amundi e Poste Italiane

10/18/2016

I francesi pronti a mettere sul piatto 4 miliardi di euro. Il gruppo di Caio punta a un maxi-finanziamento per una contro offerta. Se dovesse sfumare l'affare, gli italiani potrebbero puntare ad Arca e Gestielle


Ormai si profila un testa a testa tra Amundi e la cordata italiana capeggiata da Poste Italiane assieme a Cdp e Anima per mettere le mani su Pioneer Investments, il gestore di patrimoni di UniCredit che vanta masse in gestione per 227 miliardi di euro. La banca di Piazza Gae Aulenti conta di cedere l'asset manager per ridurre la manovra di rafforzamento di capitale che sarà presentata il 13 dicembre a Londra e che gli analisti stimano tra i 7 - 8 miliardi di euro anche se le ultime indiscrezioni parlano di una cifra superiore a 10 miliardi di euro.

Per ora, stando a quanto apparso nei giorni scorsi, in pole position ci sarebbero i francesi di Amundi che sarebbero pronti a mettere sul piatto 4 miliardi di euro una cifra superiore del valore stimato da UniCredit per il suo gestore di patrimoni (circa 3 miliardi di euro). E stando a quanto riportano stamattina MF e il Messaggero, Poste è pronta a rilanciare grazie a un maxi-finanziamento di Deutsche Bank e Morgan Stanley da 2,5 - 3 miliardi di euro per contribuire all'offerta. Anche Anima avrà in dote 500 milioni di euro da un pool di istituti mentre Cdp sarebbe pronta a mettere sul piatto 300 milioni di euro, il tutto per mantenere la bandiera tricolore sull'asset manager. Le offerte vincolanti dovrebbero essere presentate entrai il 3 novembre.

Nella short list sono state ammesse anche Aberdeen AM e Macquaire, che però hanno basse chance di successo di fronte alle puntate dei francesi e della cordata italiana. Intanto venerdì Poste Italiane ha deciso di sfilarsi dall'intesa con Bpm in Anima - il gruppo guidato da Francesco Caio (nella foto) possiede il 10% del capitale (ex quota di Mps), mentre la Popolare di Milano ha il 14,6% - che prevede per entrambi l'impegno di non superare la sogli adel 25%e di non vendere più del 5% per Bpm e dello 0,5% per Poste fino ad aprile 2017 quando la partnership si rinnoverebbe automaticamente per altri tre anni.

Secondo gli analisti di Kepler, quella di Poste è una mossa per avere le mani libere in vista dell'acquisto di Pioneer che assieme ad Anima e a Banco Poste Fondi SGR formerebbero un gestore da oltre 290 miliardi di euro di masse gestite. Se non dovesse andare in porto l'affare Pioneer, per Anima e Poste ci sarebbero altre due prede sul mercato, a detta degli analisti di Banca Akros (gruppo Bpm): Arca Fondi, controllata da un pool di banche popolari tra cui Bper, Popolare di Sondrio, Popolare di Vicenza e Veneto Banca, e Aletti Gestielle, il gestore del Banco Popolare, che potrebbe finire sul mercato a seguito del matrimonio dell'istituto veronese con la Popolare di Milano.

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