S&P, niente ripercussioni sui Titoli di Stato... per ora

Nessun effetto immediato sulla valutazione dei buoni emessi dal Tesoro a seguito del "no" al referendum. Una nota dell'agenzia di rating spiega le ragioni dell'assenza di un rapporto causa-effetto
05/12/2016 | Davide Mosca

"Il respingimento della riforma costituzionale arrivato tramite referendum popolare non ha impatti sulla valutazione dei Titoli di Stato della Repubbplica Italiana". Così l'agenzia di rating Standard&Poor's reagisce alla dimissioni del governo Renzi a seguito della netta vittoria del "no" arrivata dalla consultazione referendaria.

 

 

Nonostante secondo S&P Global Ratings la riforma avrebbe avuto effetti positivi, in quanto avviava verso una chiarificazione dei rapporti Stato-Regioni e verso una maggiore stabilità del'esecutivo, nessun impatto immediato è atteso. Non esiste, dunque, un rapporto di causa-effetto che lega l'incertezza generata dalle dimissioni di Matteo Renzi e l'attuale rating BBB con outlook stabile dei buoni emessi dal Tesoro. Questo perché - si legge nella nota emessa dagli analisti S&P - "la struttura bicamerale esistente non ha impedito importanti riforme messe in atto a partire dal 2014 proprio dal Governo uscente. (...) Per questo motivo, crediamo che l'esito del referendum non abbia in sé stesso implicazioni negative sulla qualità del credito italiano".

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