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M&G, nei multi asset pronti ad essere ancora più attivi

1/16/2017 | Davide Mosca

Graziano Creperio, investment specialist del team multi asset di M&G, spiega come la mancanza di coerenza tra sentiment, fondamentali e valutazioni, già sperimentata in alcuni episodi del 2016, continuerà nei prossimi mesi, rendendo necessario un approccio flessibile e diversificato


"Nel 2017 sarà necessario avere una gestione ancora più attiva di quella avuta nel recente passato." Graziano Creperio, investment specialist del team multi asset di M&G, spiega come la mancanza di coerenza tra sentiment, fondamentali e valutazioni, già sperimentata in alcuni episodi del 2016, continuerà nei prossimi mesi, rendendo necessario un approccio flessibile e diversificato. Ecco perché l'attesa è per un'ulteriore crescita dell'interesse su questa tipologia di fondi da parte degli investitori. "L'incertezza - argomenta Creperio - rende necessario un approccio attivo e attento a come cambiano i fondamentali ma anche a come cambiano le valutazioni. Se analizziamo i due episodi di estrema volatilità del 2016, crisi dei mercati sperimentata ad inizio anno e Brexit, vediamo come per ottenere dei risultati sia necessario non farsi influenzare dagli umori del mercato, ma operare attivamente su tutte le asset class per trarne vantaggio".

 

 

In termini di singoli comparti, quali sono le convinzioni del team multi asset di M&G?

Il mondo dei bond governativi ha visto un innalzamento dei rendimenti dei Treasury concentrato molto di più nella parte lunga della curva rispetto alla parte corta che, secondo noi, non prezza ancora i previsti rialzi dei tassi da parte della Fed. Per questo abbiamo spostato l’attenzione proprio sulla parte corta. In generale, vediamo ancora poco valore nei Paesi mainstream: Stati Uniti, Germania, Francia e Giappone, anche se, come detto, negli USA il quadro è leggermente cambiato. Nei corporate bonds l'interesse è per i BBB statunitensi, mentre su Unione Europea e Regno Unito incidono ancora fortemente le politiche accomodanti delle rispettive banche centrali. Per quanto riguarda l'universo azionario, riteniamo che si debba essere estremamente selettivi perché in alcuni mercati le quotazioni si sono alzate, mentre in altre aree come l’Europa pesa ancora un forte pessimismo, nonostante i segnali di una ripresa timida ma stabile. Il mercato americano è generalmente costoso ma ci sono opportunità in settori selezionati. Per questo motivo abbiamo una posizione corta sull’indice S&P 500 mentre guardiamo con interesse al settore bancario, a quello tecnologico e biotecnologico. Sugli emergenti occorre, come per gli USA, essere molto selettivi poiché non si è ancora assistito ad una ripresa degli utili tale da giustificare un rientro massiccio nel comparto. Buone opportunità si possono trovare tra le società di Corea e Taiwan. Anche le valute hanno un ruolo fondamentale in una strategia multi asset. Se pensiamo al 2016, i movimenti valutari hanno dimostrato di avere un impatto notevole sulla generazione di rendimenti. Questo perché hanno ripercussioni sia dirette, tramite i tassi di cambio, sia indirette, sui movimenti di inflazione e possibile crescita degli utili. Se consideriamo come esempio il Regno Unito, le azioni delle aziende che generano profitti all’estero sono quelle che hanno fatto meglio.

 

 

Come vengono combinati questi elementi nel processo di asset allocation?

A livello di costruzione di portafoglio, il mix di azioni e obbligazioni ha fatto molto bene a livello di gestione del rischio. È, però, importante riconoscere che questo elemento potrebbe cambiare. Non si può assumere che le correlazioni osservate nel passato valgano anche per il futuro. Nel 2016 abbiamo, inoltre, osservato una forte avversione al rischio nella prima metà dell'anno, mentre la seconda metà ha registrato una brusca inversione di tendenza. La principale domanda che un investitore si dovrebbe porre è: questo cambiamento sarà sostenibile nel 2017?

 

 

Come dovrebbe rispondersi?

Noi crediamo sia difficile che un cambiamento così drastico e così rapido sia sostenibile nel tempo. Il nostro outlook è globalmente stabile da ormai dodici mesi: ciò che notiamo è un lento e graduale miglioramento dei fondamentali. Gli indicatori economici mostrano effettivamente una ripresa, in modo particolare in termini di inflazione, ma i movimenti dei rendimenti sono stati troppo rapidi. Ciò significa che per controllare il rischio e generare valore sarà fondamentale essere attivi e flessibili.

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