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Crescita, cosa ne pensano consulenti e risparmiatori

4/11/2017 | Redazione Advisor

Politiche per il lavoro, lotta all'evasione, riforma fiscale. In diretta dal salone del risparmio un dibattito sul futuro dell'economia visto da consulenti e risparmiatori


Politiche per il lavoro, lotta all'evasione, riforma fiscale. Questi i temi che caratterizzano l’indagine quali-quantativa svolta da Demia per conto di Assogestioni, che ha coinvolto 3.000 italiani di età compresa tra i 18 ed i 74 anni, con particolare riferimento alle tre generazioni rappresentate: i Millennials, la Generazione X e i Baby Boomers che costituiscono attualmente la spina dorsale della forza lavoro e dell’economia italiana. Parallelamente più di 400 professionisti del settore sono stati intervistati sui medesimi temi offrendo un quadro non sempre simmetrico rispetto alle percezioni dei fenomeni in atto.

In particolare, secondo il campione intervistato, il Governo (per il 53%), lo Stato ( per 44%) e le aziende (per il 35%) sono gli attori principali deputati ad innescare il processo di ripresa del Paese, seguiti dai cittadini e consumatori (30%), dalla commissione EU (26%), dalle banche (il 23%) e dai mercati finanziari (22%). 

 

Alle prese con uno scenario di ripresa economica incerto, che per il 55% degli italiani non inizierà almeno per i prossimi due anni, il 60% degli intervistati dichiara di risparmiare per gli imprevisti contingenti e le necessità improvvise e, solo in seconda battuta, per costruire il proprio futuro. Una tendenza diventata transgenerazionale e che riguarda non più solo i giovanissimi che vivono nel presente senza poter pianificare nel breve lungo periodo, ma anche le generazioni più anziane. In questo contesto i Piani Individuali di risparmio, accolti dall’industria del gestito come una delle soluzioni auspicabili per favorire non solo la pianificazione finanziaria di lungo periodo ma anche investimenti verso l’economia reale, sono accolti favorevolmente sia dai risparmiatori che dai consulenti. Anche se introdotti da poco già il 20% degli italiani dichiara di conoscerli spontaneamente e di considerarli utili per il 69%. Percentuali che aumentano sensibilmente nelle risposte dei professionisti: il 97% dichiara di conoscerli e l’87% dichiara di ritenerli utili per i risparmiatori. 

A confrontarsi sui risultati della ricerca Lorenzo Bassani, direttore centrale wealth CheBanca! e Giuliano D’Acunti, head of sales Invesco. Rivivi il dibattito svoltosi alla Salone del Risparmio.

 

 

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