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T. Rowe Price, il secondo semestre e le incognite Cina e Trump

6/20/2017 | Davide Mosca

Arif Husain, head of international fixed income e Chris Alderson, head of international equity di T. Rowe Price, guardano al secondo semestre identificando rischi e opportunità


Arif Husain, head of international fixed income e Chris Alderson, head of international equity di T. Rowe Price, nel quadro del Perspective Event, incontro con gli investitori italiani tenuto a Milano, hanno analizzato le fondamentali variabili dei mercati per il prossimo semestre identificando nella Cina, e in particolare nel programma di stimolo fiscale messo in atto da Pechino, il principale driver dell'attuale fase di crescita gobale sincronizzata.

 

 

Una spinta, spiega Husain, "conta moltissimo per l’Europa. Il Vecchio Continente sta crescendo perché la Cina cresce. La vendita di automobili, ad esempio, è salita drasticamente in Cina. Si tratta di automobili europee. Per il resto, in Europa non è cambiato molto. La Bce sta facendo commenti più da falco, ma allo stesso tempo, non ha i margini di manovra per alzare i tassi, specialmente se il driver di crescita sarà solo la Cina”.

 

 

L'altro fattore in campo riguarda gli Stati Uniti e in particolare la capacità o meno dell'amministrazione Trump di ottenere risultati concreti in campo economico. "Il barometro delle politiche domestiche di Trump - afferma infatti l'head of international fixed income di T. Rowe Price - è il rendimento dei Treasury USA a 10 anni che ora si attesta intorno al 2,18%, un livello pur sempre superiore a quello pre-elettorale, mentre il barometro del rischio globale legato all'amministrazione statunitense è il peso messicano, tornato ai livelli pre-Trump". 

 

 

Sul punto è intervenuto anche Alderson, sottolineando come il nuovo Presidente non stia ancora influenzando i mercati in modo pesante. "L’insegnamento di questi primi mesi - sostiene l'head of international equity di T. Rowe Price - è quello di fare l’opposto rispetto a ciò che proclama. In generale, gli Stati Uniti sono tornati al picco del 2007, ma gli utili societari sono ancora bassi. Le classi più benestanti sono diventate sempre più benestanti e l’ineguaglianza è aumentata tra la popolazione. Ciò è particolarmente vero per gli USA, ma è una tendenza che si è verificata a livello globale. Per questo motivo, sarà interessante capire quali politiche redistributive verranno proposte e applicate”. “Tutto - conclude Husain - si riconduce alla Cina e a Trump".

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