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Anche negli investimenti conta il fattore C

6/22/2017

La fortuna ha una reputazione negativa: non è un’amica molto affidabile. Soprattutto in Borsa. Ecco cosa ne pensa Didier Saint-Georges di Carmignac


Normalmente la fortuna ha una reputazione negativa: non è un’amica molto affidabile. Soprattutto per gli investitori. Bisogna tuttavia tenere presente che quasi sempre anche i successi più importanti richiedono almeno una componente affidata al caso. Lo ha ricordato nella sua ultima nota agli investitori Didier Saint Georges, direttore generale e membro del comitato investimenti di Carmignac. “Il successo straordinario di Sergei Brin e di Larry Page a capo di Google viene giustamente considerato il frutto della loro genialità lungimirante. È tuttavia necessario rammentare che, dopo averla fondata, cercarono di vendere la propria società per un milione di dollari, tuttavia senza successo, poiché non riuscivano a trovare un acquirente. Il ruolo della fortuna è probabilmente il criterio più sottovalutato in termini di performance degli investimenti” scrive Saint-Georges.

“Su un periodo di alcuni mesi, anche di alcuni anni, la fortuna può facilmente mascherare la realtà, trasformando l’investitore più irresponsabile in un eroe della gestione. Sul lungo periodo, invece, la buona e la cattiva sorte finiscono per controbilanciarsi, e ciò che resta è effettivamente il frutto della qualità dell’analisi. I migliori gestori possono attraversare anni negativi, mentre i peggiori possono attraversare anni molto positivi; ma è sul lungo periodo che emerge la verità. Può accadere che un giocatore di scacchi di media capacità riesca a battere il campione del mondo in una o due partite, grazie a errori di distrazione. Tuttavia, non c’è mediamente alcuna possibilità di batterlo su venti partite” prosegue l’esperto.

Ecco perché secondo Saint-Georges occorre focalizzarsi sulla fondatezza del ragionamento, non accontentandosi dei primi segnali di conferma. “Approfondire argomenti è ciò che consente di elaborare convinzioni solide. Sono proprio queste convinzioni a permettere di mantenere un posizionamento in controtendenza rispetto al consensus di mercato abbastanza a lungo e fino a quando questa view si rivela corretta, e di conseguenza il mercato si adegua” aggiunge. Morale? “Focalizzarsi sulla riuscita nel breve periodo, piuttosto che sulla fondatezza dell’analisi, incoraggia a perseguire la propria strategia, a estrapolare ciò che ha funzionato, a credere alle proprie sensazioni, fidandosi quindi sempre più della propria intuizione. Sono innumerevoli gli investitori che dopo aver cavalcato le bolle speculative si sono ritrovati letteralmente rovinati nel momento in cui queste ultime sono scoppiate” conclude l’esperto.

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