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Probyn (SSGA): "Troppo presto per una reflazione mondiale"

8/22/2017 | Davide Mosca

I trend globali in miglioramento non giustificano ancora previsioni su larga scala, secondo la view di metà anno di Christopher Probyn, chief economist della società statunitense


Mantenere una relativa cautela circa un'aspettativa di reflazione globale rimane, secondo Christopher Probyn, chief economist di State Street Global Advisor, l'atteggiamento più aderente alle fondamentali determinanti dell'andamento dei mercati in questa fase. Sebbene infatti non siano ancora del tutto tramontate le speranze di una spinta derivante dalla riforma fiscale statunitense, i movimenti della crescita globale, sottolinea Probyn, "dipendono principalmente dai mercati emergenti piuttosto che da quelli sviluppati, nonostante i timori legati al fatto che il neo presidente cinese Xi possa focalizzarsi sul debito piuttosto che sulla creazione di nuovi posti di lavoro".

 

 

Al primo posto in termini di peso sugli equilibri troviamo proprio la Cina che dopo la normalizzazione dei rapporti con la nuova amministrazione statunitense può concentrarsi su una non semplice gestione del tasso di crescita improntata alla stabilità. "L'opzione migliore - afferma il chief economist di State Street Global Advisor relativamente al gigante asiatico - sarebbe una decelerazione ben gestita, in linea con il calo del potenziale di crescita dell'economia e abbinata a riforme strutturali e modifiche regolamentari." Per quanto riguarda gli altri principali Paesi emergenti, arrivano segnali positivi sia dalla Russia, dove l'andamento del prezzo del greggio e la ripresa della domanda interna favoriscono un miglioramento generalizzato, sia dall'India, dove le riforme in materia giuridica e bancaria forniscono un importante potenziale di incremento della produttività nel medio e lungo periodo. Il Brasile, infine, ha già mostrato segnali confortanti negli ultimi mesi con l’inflazione passata da oltre il 10% di inizio 2016 al 4,1% di aprile 2017 e la previsione di crescita del PIL sul primo trimestre, dopo otto trimestri consecutivi di calo.

 

 

"Riassumendo - conclude però Probyn - anche se effettivamente vediamo dei piccoli passi nella giusta direzione per l’economia mondiale, riteniamo che sia troppo presto per parlare apertamente di un trend di reflazione globale."

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