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"Ecco perché è il momento dei bond convertibili"

11/14/2017

Questi bond non sono stati influenzati dalla politica della Bce perché non rientrano tra gli asset acquistabili


L’era dei tassi a zero sta per finire. Nell’Eurozona il primo rialzo è atteso nel 2019, mentre negli USA la Fed ha alzato i tassi d’interesse due volte in soli tre mesi e a dicembre il mercato si attende un quarto rialzo. Gli investitori, intanto, stanno cercando alternative agli investimenti obbligazionari. Il trend è rilevabile anche in Europa, dove i rendimenti dei bond hanno cominciato a muoversi verso l’alto verso la fine del 2016 e potrebbero aumentare ancora, quando la Bce comincerà a ridurre gli acquisti da 60 miliardi a 30 miliardi al mese a partire del prossimo anno. “Storicamente le convertibili hanno portato a guadagni positivi in periodi di inasprimento della politica monetaria perché sono meno sensibili al rialzo dei tassi rispetto ad altri bond tradizionali” spiega Nicolas Delrue (nella foto), head of investment specialists e senior investment specialist convertible bonds di UBP.

Ma come funzionano questo tipo di obbligazioni? "L’opzione call incorporata nelle convertibili, che permette agli investitori di scambiare i propri titoli obbligazionari per titoli azionari della stessa società sotto certe condizioni, agisce come un cuscinetto protettivo, compensando in parte l’impatto negativo di qualsiasi rialzo nei rendimenti. L’opzione di conversione fornisce agli investitori anche una esposizione al rialzo dei prezzi azionari. Negli ultimi 20 anni, sia in Europa sia negli USA, ci sono stati unidici principali periodi di rialzo dei rendimenti dei bond governativi. Durante questi periodi, le obbligazioni societarie hanno offerto performance deludenti, mentre i mercati azionari sono cresciuti. Le convertibili, in tutti questi undici periodi, hanno portato a guadagni positivi, talvolta sovraperformando addirittura l’azionario" prosegue Delrue.

I bond societari denominati in euro sono al momento molto costosi e le loro valutazioni sono state supportate dall’intervento su larga scala delle Bce sul mercato. "Attraverso il suo programma di acquisto di asset, la Bce ha infatti creato una massiccia distorsione del mercato del credito, riducendo le opportunità d’investimento in termini di differenziali e mantenendo la pressione al ribasso sui rendimenti. Le convertibili, nel frattempo, non sono state influenzate poiché non rientrano fra gli asset acquistabili dalla Bce” conclude Delrue.

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