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Elezioni italiane: l’impatto sui mercati secondo i gestori

3/2/2018

Gli scenari sono molteplici, anche se le principali conseguenze negative sembrano confinate a un rischio di breve termine


Domenica 4 marzo si svolgeranno le elezioni per il rinnovo del Parlamento italiano che permetteranno di scegliere 315 membri del Senato e 620 della Camera dei deputati. È anche l’ultima tappa di un calendario politico europeo iniziato lo scorso anno con le elezioni nei Paesi Bassi, in un contesto molto più incerto tanto sul piano politico quanto su quello economico, e proseguito con le elezioni in Francia, Germania e Austria. Gli scenari sono molteplici, anche se le principali conseguenze negative, a detta della maggioranza dei gestori che si sono espressi in questi giorni, sembrano confinate a un rischio di breve termine, in particolare in caso di esito non favorevole delle elezioni, con uno scenario di ingovernabilità o un'eccessiva affermazione di forze populiste (Lega o M5S).

Gli effetti negativi potenziali sui mercati vanno ricercati da una parte in una crescita inattesa della volatilità sull'azionario (FTSE MIB), già alle prese con qualche incertezza in più rispetto alle dinamiche del 2017, e in una potenziale ripresa della crescita dello spread dei titoli governativi italiani verso quelli tedeschi. I mercati obbligazionari sono generalmente sensibili al rischio politico. Al momento, però, sembrano ancora impassibili di fronte alle elezioni imminenti. Questo cambierà subito dopo il risultato elettorale, poiché gli investitori monitorano attentamente i credit spread delle banche e i Btp.

Florian Ginez, research analyst di WisdomTree Europe, ricorda che i mercati sono rimasti silenti per ora, probabilmente nella speranza di una vittoria della coalizione di centro-destra guidata da Berlusconi. Tuttavia, un secondo possibile scenario potrebbe essere rappresentato dall’assenza di una netta maggioranza successiva alla votazione. "Questo - spiega - farebbe precipitare l'Italia nell'incertezza politica e per queste ragioni crediamo che i mercati finanziari, e soprattutto le obbligazioni italiane, potrebbero essere sottoposti a pressioni se il risultato dovesse favorire più del previsto alcuni partiti politici con inclinazioni populiste". "Lo spread tra le obbligazioni italiane a dieci anni e le loro controparti tedesche si è ridotto di 30 punti base da un anno all'altro. Riteniamo che sia necessaria cautela nella preparazione delle elezioni italiane e nel voto dei membri del Spd in Germania che porterà alla decisione se partecipare o meno a un'ampia coalizione" aggiunge François Raynaud, asset allocation and sovereign debt manager di Edmond de Rothschild Asset Management.

Quanto agli scenari post-voto, secondo gli analisti di Nomura, quello più probabile è un governo di larghe intese formato da Pd, Forza Italia e partiti minori di centro. In questo caso lo spread Btp - Bund dovrebbe mantenersi attorno ai 110 punti base, mentre nel caso di vittoria della coalizione di centrodestra lo spread dovrebbe attestarsi sui 130 punti base. L'affermazione del M5S porterebbe invece il differenziale a 260 e ancora più in alto, a quota 300, la formazione di un governo apertamente anti-europeista (Lega+M5S). Ma quest'ultima ipotesi è data da quasi tutti i gestori come la più remota. 

Passando all'equity, la forte performance delle azioni italiane a inizio anno è stata trainata dai cacciatori d'affari. L'indice di riferimento italiano FTSE MIB ha registrato da inizio anno una crescita di circa il 4% rispetto al pan-europeo Euro Stoxx 600 che ha perso oltre il 2%. "Al momento, le azioni italiane continuano a sembrare relativamente poco costose e hanno, quindi, attirato gli investitori che acquistano titoli fortemente scontati, in particolare nel settore bancario. I titoli bancari sono stati i grandi vincitori nel 2018. L'incertezza di qualsiasi elezione politica importante è sempre suscettibile di comportare un certo rischio. Tuttavia, nonostante un panorama politico frammentato e un nuovo sistema elettorale di voto non testato, i mercati rimangono per ora calmi. Ciò potrebbe cambiare subito dopo i risultati, in quanto gli investitori dovranno assimilare il risultato e dovranno, quindi, prestare attenzione alle opportunità di investimento" spiega Lewis Grant, senior portfolio manager di Hermes IM.

Una coalizione di partiti minori avrebbe senz'altro un impatto negativo sulle azioni europee. Lo fa notare Antoine Lesné, responsabile strategia e ricerca EMEA di SPDR ETFs di State Street Global Advisors. Che spiega: "Le azioni italiane rappresentano poco più del 3% dell’indice MSCI Europe e il 6% del MSCI EMU. Durante la campagna elettorale non ci sono state particolari polemiche anti-Euro, ma se dovessimo assistere a un’inversione di tendenza, il rischio del populismo europeo potrebbe tornare in auge". "La volatilità potrebbe impattare in particolare sul settore bancario, che rappresenta il 28% dell’indice FTSE MIB, ed è il più vulnerabile alle fluttuazioni della fiducia nell’economia e a quella dei consumatori, oltre che alla performance dei titoli di stato" conclude l'esperto.

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