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Gestore della settimana: “Puntiamo sui leader di mercato sconosciuti”

5/28/2018

Advisoronline.it ha intervistato Anuj Arora, gestore del fondo JPMorgan Funds - Global Emerging Makets Opportunities


"Le prospettive di crescita nei mercati emergenti sono in miglioramento, sostenute da valute in ripresa e una lieve reflazione e un dollaro che è destinato a indebolirsi, anche se il recente rafforzamento ha sorpreso i mercati". Per Anuj Arora (nella foto), gestore del fondo JPMorgan Funds - Global Emerging Makets Opportunities, le Borse emergenti sono "a place to be" entro i prossimi 5 prossimi anni. I motivi sono più d'uno: anzitutto, siamo nella fase migliore del ciclo, cioè quella espansiva; rispetto alle azioni e bond dei paesi sviluppati, inoltre, le valutazioni delle Borse emergenti sono ancora interessanti; in ultimo l'apertura agli investitori internazionali alle A- Shares, un mercato molto liquido che permette di cogliere opportunità sconosciute (e inaccessibili prima) agli investitori occidentali.

Certo non mancano i rischi. "Il dollaro forte - sottolinea il gestore - ha sopreso negativamente gli investitori su questa asset class, ma crediamo che sia solo un movimento di breve termine, legato al rialzo dei tassi da parte della Fed che ha spinto il Treasuries sopra il 3% dando appeal ai titoli di Stato Usa e spingendo molti investitori verso il mercato americano. Il movimento forse è stato più accentuato di quanto dovuto, anche perché molti investitori erano posizionati in senso inverso, cioè per l'indebolimento, e hanno poi all'ultimo dovuto cambiare rorra. Ma non credo che questo trend proseguirà: noi adottiamo una prosettiva di lungo termine e i tagli fiscali, che stanno spingendo l'economia USA, nei prossimi anni andranno ad aumentare il deficit mettendo in difficoltà il dollaro. Guardiamo con attenzione l'andamento dell'inflazione negli USa che potrebbe spingere la banca centrale a procedere più velocmente del previsto".

Un altro rischio che mesi fa aveva impensierito (e non poco) gli investitori è quello di una possibile guerra commerciale tra USA e Cina: "Per ora - ricorda Arora - sono solo annunci e minacce, senza effetti immediati e concreti. E il braccio di ferro con la Cina è sospeso: quella di Trump è sembrata più una tattica per negoziare meglio nuovi accordi". Quanto alla Cina, il 2018 potrebbe essere un anno con qualche fattore di disturbo per la crescita. "Il credito aller imprese sta rallentando, ma le ripercussioni sulle aziende non finanziarie per ora sono state limitate; inoltre, si segnala un rallentamento delle attività economiche nelle aree con misure alcuni di controllo ambientale. Il focus di Pechino ora è più sulla qualità della crescita e le riforme avviate nel 2016 sulla produzione di acciao, carbone e alluminio hanno supportato i prezzi di queste materie prime" prosegue Arora.

In questo scenario, il team di gestione di JP Morgan AM, che parte da una visione top down combinata con una selezione bottom up quantistica e qualitativa dei titoli, si focalizza su quei titoli con prospettive di crescita di lungo termine, ossia in un periodo di 5 anni. "Partiamo da una view top down per una semplice ragione: più della metà dei rendimenti nelle Borse emergenti, per un investitore in euro o in dollari, dipende da fattori di questo tipo, come l'andamento delle valute e i settori" spiega il gestore.

"Sul mercato interno cinese ci stiamo focalizzando sui leader di mercato sconosciuti: sono aziende private, perché cerchiamo di evitare quelle controllate dallo Stato, che sono già dominanti in alcuni settori. Un esempio è Midea, multinazionale cinese del settore elettrodomestici e climatizzatori: un nome sconosciuto in molti paesi occidentali, anche se stiamo parlando di una società che capitalizza cinque volte Whirpool. Abbiamo individuato altre interessanti opportunità, sempre in Cina, nel settore delle polizze sanitarie, mentre in Russia nel settore bancario, dove le valutazioni sono attraenti a seguito delle sanzioni che hanno appesantito il rublo" conclude il gestore. Il portafoglio del fondo è esposto anche alle new commodities utilizzate nell'industria meccanica (in portafoglio un'azienda che produce nickel) e l'acciaio, la cui domanda è trainata dai paesi asiatici ex Cina.
 

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