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AllianzGI riduce l'esposizione ai governativi

7/18/2018

Le valutazioni sono eterogenee, ma sono onerose solo nel caso dei bond governativi USA e tedeschi


AllianzGI riduce l'esposizione ai governativi e si muove verso un'allocazione più neutrale. Come si legge nell'outlook mensile di luglio, l'asset manager tedesco ritiene che, nonostante i rischi politici siano ancora in primo piano (in primis per il pericolo latente di guerre commerciali), influenzando in misura superiore rispetto al passato sulle decisioni di allocazione del capitale, le valutazioni appaiono ancora eterogenee in tutte le asset class e "possono essere definite onerose solo nel caso delle obbligazioni statunitensi e tedesche".

La casa di investimento della compagnia assicurativa tedesca ha pertanto sottopesato sia le obbligazioni in euro, in vista della prossima conclusione degli acquisti dei titoli da parte della Bce, sia le obbligazioni internazionali, in quanto il ciclo di inasprimento dei tassi non sembra essere sufficientemente scontato dal mercato monetario USA: "In quest'ambito - si legge - non si escludono sorprese negative". AllianzGI è neutrale sui bond emergenti e sui bond societari IG e HY, ma attenzione: "I premi per il rischio spread delle obbligazioni high yield USA appaiono supportati dai dati fondamentali e mercati finanziar" spiega Allianz, mentre "i titoli corporate di migliore qualità sembrano per contro moderatamente sopravvalutati".

Passando all'azionario, l'asset manager tedesco è in sovrappeso sull'azionario Europa (le Borse europee appaiono equamente valutate, spiega) e USA (la congiuntura appare robusta nel complesso), mentre è neutrale sui mercati emergenti e Giappone. I settori da privilegiare sono i difensivi, che dovrebbero beneficiare di un sostegno sempre maggiore. "In ogni caso - scrive AllianzGI - un portafoglio può continuare a detenere anche titoli che beneficiano della reflazione, come il settore bancario o materie prime".

Sul fronte valute, infine, AllianzGI ricorda che gli speculatori sui cambi hanno nettamente ridotto le posizioni sul dollaro USA: nonostante la spinta economica di breve periodo, aumentano i rischi di uno scenario "boom/bust" per l'economia USA nei prossimi anni e "il corrispondente aumento del disavanzo pubblico e del disavanzo delle partite correnti rappresenta in misura crescente un fattore negativo per i treasury USA e il dollaro".

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