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MFS IM, reddito fisso: il 70% dei consulenti sceglie l'attivo

7/30/2018 | Greta Bisello

E' quanto emerge da un recente sondaggio globale sul comparto obbligazionario, messo a punto dalla società di gestione. La scelta è motivata da un miglior controllo del rischio, ma non solo...


In Italia i consulenti finanziari continuano a riporre la propria fiducia nella gestione attiva degli investimenti obbligazionari. È quanto emerge dal recente sondaggio globale di MFS Investment Management sul sentiment nel comparto del reddito fisso. Il 70% dei professionisti intervistati crede che le gestioni obbligazionarie attive siano in grado di realizzare i rendimenti previsti, rispetto - soltanto - al 29% per le gestioni passive.

Inoltre, il 64% dei consulenti finanziari ritiene che la gestione attiva per il reddito fisso sia l’opzione migliore per sfruttare le opportunità di alpha in diversi cicli di mercato, mentre il 62% dei consulenti ritiene che gli investimenti obbligazionari attivi siano la soluzione migliore per centrare gli obiettivi di lungo periodo.
 

“Le dinamiche del mercato svolgono un ruolo importante nella composizione dei portafogli obbligazionari. Dopo un periodo prolungato caratterizzato da tassi di interesse estremamente bassi in Europa, e in tutto il mondo, potrebbe esserci la tentazione tra i consulenti finanziari di perdere la fiducia nel valore delle gestioni attive”, ha dichiarato Andrea Baron, managing director di MFS Investment Management Italia.  “Col rialzo dei tassi di interesse, il ciclo economico potrebbe avviarsi al termine mentre la volatilità è in aumento. È logico dunque che gli investitori si rivolgano alle gestioni attive nel reddito fisso alla ricerca di un migliore controllo del rischio dopo il rally che dal 2009 interessa il mercato azionario”.


I tassi di interesse preoccupano i consulenti finanziari e la scelta del reddito fisso si può ricondurre a diverse ragioni come ad esempio, per il 70%, la riduzione della volatilità o per il 69% per aumentare la diversificazione. 

In Italia, quasi il 40% dei consulenti prevede, nei prossimi tre anni, di incrementare gli investimenti nel debito dei mercati emergenti, generalmente considerati più rischiosi del mercato anche rispetto ad altri settori del reddito fisso. Per questo la gestione del rischio diventa fondamentale nei prodotti a reddito fisso e nella selezione dei gestori del portafoglio.

 


I consulenti del nostro Paese, quando si parla di rischio, puntano su alcuni aspetti specifici: costanza della performance (51%), sharpe ratio (48%) e performance rispetto all’indice di riferimento (46%). Una percentuale inferiore valuta invece il rischio relativo/tracking error/beta (34%), l’information ratio (26%) e il turnover del portafoglio (6%). 

La scelta della gestione attiva infine è riconducibile a un valore aggiunto e i cf ricercano dunque quei gestori attivi che conferiscono questo valore attraverso la gestione della duration (58%) e la gestione del rischio (75%). Su questo tema conclude Baron: “Crediamo che un approccio attivo al reddito fisso possa conferire valore aggiunto agli investitori. Iniziamo a rilevare i segnali della conclusione dell’attuale ciclo economico. Di conseguenza, gli investitori probabilmente vorranno investire una percentuale più alta del portafoglio nel reddito fisso. Una maggiore comprensione dell’esposizione obbligazionaria e dei rischi sottostanti è dunque prioritaria per i consulenti e per i loro clienti”.

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