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8/6/2018 | Redazione Advisor
Uno scenario di rischi in continua evoluzione con aspettative di crescita da rivedere in ottica prudenziale. La view di Unigestion per l'ultimo trimestre del 2018 è improntata al concetto di cautela con alcuni fattori di rischio bene visibili da monitorare in continuo in ottica di asset allocation. Primo fra tutti il commercio globale con crescenti tensioni che ne hanno determinato l'ascesa nel ranking dei driver di incertezza. Il mercato ha infatti ormai prezzato l'inversione delle Banche Centrali e le possibili evoluzioni dei tassi d'inflazione, concentrandosi ora sulle dinamiche dei rapporti USA - Cina e emergenti - Europa in materia di barriere agli scambi. "Per questa ragione - si legge nell'analisi di Unigestion - rimaniamo cauti sulle nostre previsioni di crescita, cercando di mantenere una buona diversificazione e un approccio dinamico per adattare gli investimenti a questi rischi in continua evoluzione."
Di seguito le view dettagliate sui mercati obbligazionario e azionario della casa di gestione svizzera.
"Sul fronte dei bond nominali, dati i bassi rendimenti su molti mercati, le crescenti pressioni inflazionistiche e un lento spostamento verso la normalizzazione della politica monetaria globale, i rischi sono indubbiamente in calo. Ci aspettiamo che i rendimenti dei titoli di Stato decennali chiudano il 2018 in rialzo in tutte le principali economie. Inoltre, benché il mercato abbia rivisto al rialzo le sue aspettative di inflazione, crediamo ancora che ci sia una forte probabilità che quest’ultima sorprenda ancor di più, soprattutto dato l’atteggiamento “da colomba” della BCE. Pertanto continueremo a tenere posizioni di overweight sui breakeven di inflazione fino ad un ulteriore riprezzamento del mercato."
"Per l’azionario ci aspettiamo che i titoli azionari globali raggiungano un ampio rally nella seconda metà del 2018. Tuttavia, è importante considerare che la guerra dei dazi guidata dagli USA potrebbe inasprirsi ulteriormente e, benché le parti del mercato maggiormente esposte ai suoi effetti abbiano adattato il proprio pricing a questa eventualità, il mercato azionario nel suo complesso non l’ha fatto. Inoltre, sebbene le valutazioni azionarie dei mercati emergenti siano tornate attractive dopo il lungo periodo di calo registrato a partire dal febbraio di quest’anno, le società di questi mercati stanno affrontando diverse correnti ostili. Per questo manteniamo una view cauta sugli emergenti e preferiamo i mercati sviluppati. Infine, considerando i livelli di inflazione e di volatilità che ci aspettiamo sui mercati, stiamo applicando coperture alla nostra esposizione azionaria, come, ad esempio, il corporate credit, che prevediamo sarà tra i primi segmenti a risentire del passaggio a condizioni finanziarie più restrittive."
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