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Greenwood (Invesco): Ciclo economico più forte delle turbolenze

8/7/2018 | Redazione Advisor

Secondo il chief economist della casa di gestione britannica vivremo un terzo trimestre in cui i fondamentali dimostreranno una forza tale da superare i fattori dii incertezza presenti sui mercati


I fattori di incertezza che continuano a preccupare i mercati non sono tali da mettere in serio pericolo un ciclo economico che continua a dimostrarsi solido nei fondamentali. Questa in sintesi la view per il terzo trimestre di John Greenwood, chief economist di Invesco, che nel suo outlook fino a fine anno si concentra sull'interpretazione dei driver di volatilità: l'aumento dei tassi di interesse e il rafforzamento del dollaro negli USA, i problemi politici e finanziari della zona euro e l’intensificazione delle tensioni commerciali a livello globale.

 

Greenwood spiega in particolare come le fasi di aumento dei tassi d’interesse statunitensi siano generalmente di due tipi: o correzioni di medio periodo, ovvero normalizzazioni, durante le espansioni del ciclo economico, oppure rialzi di fine ciclo concepiti per arginare l’aumento dell’inflazione. Greenwood ritiene che gli attuali aumenti dei tassi d’interesse negli Stati Uniti siano del primo tipo, analoghi a quelli operati nel 1994-95 e 2004-05. Secondo il chief economist, questo tipo di adeguamento dei tassi d’interesse può essere momentaneamente allarmante per i mercati finanziari, ma di norma è salutare e in grado di prevenire eccessi di crescita della massa monetaria e surriscaldamento economico, consentendo alla fase di espansione del ciclo economico di continuare ancora per parecchi anni. Nel complesso fissa pertanto la previsione di crescita del PIL reale al +2,5% per l’economia statunitense nel 2018.

 

Per quanto riguarda la zona Euro, invece, la previsione di crescita del PIL reale è del 2,1% con un moderato rallentamento dovuto alle tensioni politiche e alle attese sulle tempistiche che verranno scelte dalla BCE per l'attuazione delle misure restrittive di politica monetaria. Il Giappone, spiega inoltre Greenwood, continua a evidenziare performance deboli che rispecchiano la mancanza di crescita della forza lavoro associata all’invecchiamento della popolazione e la cronica mancanza di domanda interna, mentre in Cina "le misure per ridurre la leva finanziaria dopo parecchi anni di accumulo di debito eccessivo a livello di governi locali, imprese e istituti finanziari non bancari, stanno dando risultati."

 

Fondamentale per il gigante asiatico sarà inoltre l'evoluzione delle tensioni sul commercio globale, in particolare con gli Stati Uniti, tema su cui il chief economist di Invesco delinea due possibili scenari. Nel primo, Stati Uniti e Cina riprendono le trattative e la Cina offre concessioni nei prossimi quattro mesi, in vista delle elezioni statunitensi di medio termine a novembre. Nel secondo scenario, la Cina risponde interamente ai dazi USA con contromisure equivalenti, costringendo l’amministrazione Trump ad alzare nuovamente la posta, facendo così continuare la guerra commerciale per un periodo indefinito, con potenziali danni significativi al commercio internazionale.

 

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