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Trump alza la voce contro la Fed, Powell non arretra

8/22/2018 | Greta Bisello

L'appuntamento è fissato per venerdì in occasione del simposio di Jackson Hole durante il quale il governatore della Banca centrale potrà rispondere alle accuse del Presidente; stasera le minute del FOMC


Il presidente degli Stati Uniti continua ad alzare la voce, questa volta il suo bersaglio è il governatore della Fed Jerome Powell.

Poco importa a Trump dell'indipendenza della Banca centrale americana e la critica viene liberamente mossa verso i rialzi dei tassi già attuati quest'anno e quelli calendarizzati - altri due -, scontati dal mercato. 

La controparte è attesa venerdì, l'appuntamento è quello del simposio di Jackson Hole durante il quale si capirà la posizione della Fed dalle vive parole di Powell.

 

Mohammed Kazmi, portfolio manager, macro strategist di Union Bancaire Privée su questo afferma che: "Data la recente volatilità dei mercati finanziari sulla scia degli sviluppi in Turchia e in Italia, è improbabile che Powell voglia contribuire a creare ulteriori turbolenze.Tuttavia, gli investitori non dovrebbero nemmeno aspettarsi una svolta da colomba da parte della Fed, elemento che avrebbe potuto fornire un po’ del sollievo - molto necessario - per i mercati del rischio"

 

I rischi ovviamente esistono e non sono pochi, guardando ad est verso la Turchia ma anche in Europa con l'Italia che continua a genereare preoccupazioni in tema di fiscalità. C'èda dire però, prosegue l'esperto: "La Fed non vuole essere percepita come cedevole rispetto alle recenti osservazioni del Presidente Trump e al suo desiderio di tassi più bassi e di un dollaro più debole. Al contrario, per conservare la propria l'indipendenza, Powell cercherà di mantenere la sua comunicazione di un percorso di rialzo dei tassi graduale e basato sui dati, piuttosto che cedere alle richieste di Trump".

 

In conclusione da Jackson Hole non dovrebbero arrivare delle ripercussioni negative ma anzi: "dovrebbe contribuire a riportare l'attenzione degli investitori obbligazionari europei sui principali problemi irrisolti della lira turca, con la fine delle festività locali e il ritorno delle politiche di difesa della moneta, e della finanziaria italiana, con lo scontro politico che continua in vista della scadenza di ottobre e che giustifica un approccio prudente e attendista da parte degli investitori".

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