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Torna l'appeal sulle materie prime

9/12/2018

Dopo cinque anni di mercato ribassista, le commodity mostrano segnali di ripresa con afflussi record


Dopo cinque anni di mercato ribassista, le materie prime mostrano segnali di ripresa con afflussi record. Che cosa c’è alla base di questa loro solida performance? "L'andamento delle materie prime dipende, in gran parte, da fattori che non sono necessariamente collegati a quelli che muovono i mercati azionari e obbligazionari. Di conseguenza, i loro rendimenti tendono a essere meno correlati con le asset class tradizionali e fungono da strumento di diversificazione del portafoglio, grazie alla capacità di ridurre la volatilità complessiva dell’allocation e proteggere dall’inflazione" spiega Aanand Venkatramanan, etf systematic strategies e index funds di Legal & General IM.

Dall’inizio dell’anno a oggi, gli etf sulle broad commodities hanno registrato afflussi globali di poco inferiori ai 5 miliardi di dollari, valore, questo, che potrebbe fare del 2018 l’anno migliore in assoluto per l’asset class. "Queste materie prime tipicamente vengono detenute all’interno di portafogli strategici (buy and hold) e se il trend continuerà anche in questa seconda parte dell’anno i flussi del 2018 potrebbero persino superare il picco di 6.5 miliardi di dollari del 2009" sottolinea l'esperto. In dettaglio, l'oro ha registrato afflussi relativamente forti nella prima metà del 2018 (circa 5 miliardi di dollari americani) a cui poi sono però seguiti deflussi, probabilmente riconducibili alla sua recente performance negativa e a posizioni short senza precedenti, che hanno determinato flussi netti negativi da inizio anno.

Il settore energy ha dato il maggior contributo ai rendimenti totali dell’indice delle broad commodities nel 2018, seguito dai cereali e dai metalli industriali. "Questi ultimi hanno registrato una sovraperformance favorita dai dati sulla produzione manifatturiera cinese, risultati superiori alle attese, e potrebbero continuare a sostenere ulteriormente i rendimenti complessivi, soprattutto se il dollaro americano tornerà a indebolirsi" prosegue Venkatramanan. La performance dei cereali è stata invece determinata da una contrazione, più veloce di quanto atteso, delle scorte globali. In ultimo i prezzi del petrolio: potrebbero risentire delle incertezze relative all’offerta come conseguenza delle sanzioni USA all’Iran e dell’attuazione dei target produttivi concordati dall’OPEC a Vienna.  

"Le curve piatte dei futures, il calo dei rischi di liquidazione long degli speculatori e il ribasso del VIX sono fattori che fanno prevedere uno scenario positivo per le materie prime nella nostra view. Storicamente, simili condizioni segnano l’inizio di una significativa sovraperformance delle materie prime rispetto alle azioni. Se l’economia globale continua a crescere, le economie avranno bisogno, e utilizzeranno, quantitativi maggiori di materie prime per la loro espansione, e le dinamiche della domanda porteranno a un rialzo dei prezzi. Tuttavia, visto che le banche centrali si stanno direzionando verso il quantitative tightening, potremmo anche aspettarci che la crescita si stabilizzi o entri in una fase di correzione del mercato" conclude Venkatramanan con un avvertimento: una correzione del 20-30% nei mercati azionari potrebbe avere forti conseguenze negative per i flussi nelle materie prime.

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