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M&G, ecco alcuni grafici che "fanno paura" agli investitori

10/31/2018

Tra tassi di interesse, andamento del titolo Apple e curva dei rendimenti l'analisi di alcuni fattori che potrebbero impensierire il mercato nei prossimi mesi


Il team Fixed Income di M&G Investments ha individuato alcuni grafici finanziari “spaventosi” proprio oggi in occasione della notte di Haloween.

 

Il debito degli studenti americani continua a crescere

Il Presidente della FED, Jerome Powell, ha recentemente messo in guardia dalla sempre maggiore quantità di debito in capo agli studenti americani: “Si vedranno effetti negativi nel lungo termine per le persone che non possono ripagare i prestiti universitari, con un conseguente deterioramento della loro affidabilità creditizia e un impatto su una buona metà della propria vita economica”.

Il debito universitario influisce anche sull’economia in generale: poiché i laureati devono ripagare il debito, sono costretti a ridurre i consumi con una conseguente pressione sull’economia. Inoltre, devono rimandare l’acquisto del primo immobile che porta molti a scegliere di - o a dover necessariamente - affittare. E non solo, sul debito universitario si registra il più alto tasso di insolvenza superiore ai 90 giorni di tutto l’universo del credito al consumo USA.

 

Il pericolo anaconda?

La parte lunga della curva dei rendimenti USA viene spesso descritta come un Anaconda gigante: nessuno vi presta attenzione perché per la maggior parte del tempo è “dormiente”, ma quando si sveglia, se ne accorgono tutti. In effetti, i tassi trentennali americani “non mordono”, ma possono avere effetti velenosi poiché da essi dipendono in pratica milioni di mutui, nonché il prezzo che governi e società pagano per il loro debito in tutto il mondo.

Il rendimento dei Treasury trentennali è rimasto tra i livelli di supporto/resistenza registrati da oltre 30 anni a questa parte, con un rally del 6% nel periodo e offrendo agli investitori una lunga corsa al rialzo. La recente rottura di questo livello significa che l’Anaconda sta iniziando a muoversi?

 

Gli investitori obbligazionari sono sempre meno protetti

Solitamente, gli investitori tendono a preferire titoli obbligazionari con forti covenant, cioè clausole di tutela che proteggono i loro interessi costringendo per esempio le società emittenti a limitare i propri livelli di debito o i pagamenti di dividendi. Per questo, preoccupa oggi la forte crescita dell’emissione di bond “covenant-lite”, come da grafico, che hanno ampiamente superato i livelli precedenti alla crisi finanziaria. Allora e oggi, i covenant-lite rendono più semplice per le società in crisi continuare a emettere obbligazioni garantite, che possono potenzialmente erodere il valore dei prestiti di livello più elevato e, infine, portare a bassi tassi di recupero per gli investitori.

 

A caccia di Apple

Quanto vi spaventa? La capitalizzazione di mercato aggregata dell’indice Euro Stoxx Banks include 26 membri tra cui Banco Santander, BNP Paribas, Deutsche Bank e SocGen. I 1.000 miliardi di dollari di capitalizzazione di Apple hanno però ormai decisamente superato quella dell’indice, ma anche il PIL di Stati come la Turchia, l’Olanda e l'Arabia Saudita.

Vent'anni fa, Apple era sull'orlo del collasso, a soli 90 giorni dal fallimento, come ha dichiarato una volta Steve Jobs, lo scomparso cofondatore della società. Oggi Apple è invece la prima azienda nella storia degli Stati Uniti a raggiungere la soglia dei mille miliardi di dollari di capitalizzazione (PetroChina è stata la prima al mondo, nel 2007). Il che va proprio a dimostrazione delle difficoltà da parte degli investitori nella loro caccia ad Apple al momento della selezione delle azioni sul mercato.

 

La Fed non è mai riuscita a compiere un “atterraggio morbido”

La disoccupazione americana è ai minimi, l’azionario vicino ai massimi, e la Fed ha iniziato ad alzare i tassi di interesse per portare a buon fine un atterraggio morbido: rallentare la crescita abbastanza da evitare un surriscaldamento, ma non così tanto da portarla in territorio negativo.

Eppure, negli ultimi 70 anni, quante volte la Fed è riuscita a farlo e a riportare la disoccupazione (linea verde) al suo livello naturale (linea blu) senza che sia seguita una recessione (barre verticali)? Dopo un rapido calcolo, vi spaventerete...

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