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11/28/2018
La tenuta dei mercati sembra confermata per il 2019, ma lo scenario comincia a essere frammentato. La desincronizzazione tra le economie sarà il tema dominante del prossimo anno secondo UBP che ha presentato il 27 novembre a Milano l'outlook per il 2019. Dopo un biennio di forte crescita, l’economia globale dovrebbe subire una frenata nel 2019. Nel corso dell’anno, infatti, la crescita dovrebbe attestarsi sul 3,5%, quindi al di sotto del 3,7% previsto dal Fmi e messo a segno nel 2018, quanto all'inflazione, nel 2019 si stabilizzerà tra il 2% e il 2,5% negli Stati Uniti e sul 2% in Europa, sempre che non subentrino nuovi shock sulle divise o sulle materie prime.
Il rallentamento dell'economia, tuttavia, dovrebbe essere meno marcato negli Stati Uniti, dove la crescita secondo UBP raggiungerà il 2,5% nel 2019. "Gli investimenti e la domanda interna statunitensi saranno presumibilmente sostenuti dalla riforma fiscale delle imprese, dai tassi sempre bassi e dagli incentivi alle imprese che creano lavoro sul mercato interno. Inoltre, alcuni progetti infrastrutturali presentati all’inizio della presidenza Trump potrebbero essere riproposti nel 2019, alimentando la domanda da parte del settore pubblico" si legge nell'outlook del gruppo elevetico.
Nell’Eurozona, invece, il tasso di crescita, pari al 2,1% nel 2018, dovrebbe scendere sotto la soglia del 2% nel 2019, attestandosi sull’1,9%. "L’Europa - spiegano gli esperti di UBP - subisce le tensioni commerciali con gli Stati Uniti e, dopo la situazione di stallo sull’acciaio, non c’è alcuna garanzia che le industrie automobilistiche europee riescano a sfuggire a una revisione dei dazi doganali. Non si deve comunque dimenticare che l’Europa ha avuto bisogno di tempo per ricostituire il capitale distrutto durante la crisi finanziaria e la sua crescita potenziale rimarrà modesta sino a quando le economie di paesi come la Grecia e l’Italia saranno strutturalmente vulnerabili e imbrigliate dai conti pubblici".
Passando agli investimenti, UBP si attende che la forte crescita dell'azionario USA cominci ad attenuarsi. "Crediamo che il forte riapprezzamento dei P/E delle società tecnologiche su scala globale, in atto sin dal 2013, stia per concludersi" si legge nell'outlook. Nell'obbligazionario, ricorda UBP; i mercati sono stati guidati da timori e fattori tecnici quest'anno. E il 2019? "Non vedrà ancora la fine del ciclo economico, ma rischi e incertezze permangono e la volatilità dovrebbe rimanere più elevata. Inoltre, la Fed procederà con il suo rialzo dei tassi, ma solo se si protrarrà anche la crescita. Per ora il livello di rischio di credito è complessivamente basso" conclude UBP.
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