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Tech: e se fosse una nuova bolla?

11/29/2018

l rapporto prezzo/utili a livelli che non si vedevano dalla bolla delle dot-com, nonostante l’utile di alcune di queste società fosse in rosso e Facebook affrontasse un serio rischio regolatorio, l'analisi di Nordea AM


L’eccitazione degli investitori ha portato le azioni FAANG (Facebook, Amazon, Apple, Netflix e Google) a rappresentare circa il 98% dell’espansione messa a segno dall’indice S&P500 nella prima metà del 2018. "Questa irrazionale esuberanza ha fatto schizzare il rapporto prezzo/utili (PER) a livelli che non si vedevano dalla bolla delle dot-com, nonostante l’utile di alcune di queste società fosse in rosso e Facebook affrontasse un serio rischio regolatorio. Amazon e Netflix erano tra le società con un multiplo prezzo/utli superiore a 80" analizza Miro Zivkovic, global head I&WD product management di Nordea Asset Management.

 

A ottobre però qualcosa è cambiato e complice le tensioni commerciali, gli investitori hanno deciso di rifugiarsi in porti sicuri, "la rotazione settoriale, inoltre, ha continuato a caratterizzare sia i mercati sviluppati che quelli emergenti. Tutto questo si è riflesso sui titoli FAANG, che con le loro elevate valutazioni sono incorsi in un nuovo crollo: Amazon e Netflix hanno perso circa il 20% in ottobre. Diversi altri titoli tech, colpiti da vendite ancora maggiori, hanno ceduto oltre un terzo della loro capitalizzazione di mercato, tra questi Facebook (-38%), Nvidia (-48%) e SNAP (-69%)" prosegue l'esperto.  

 

Gli investitori inoltre ricercano sempre più titoli ad alta qualità, e si potrebbbe assistere a un’accelerazione di questo trend nel caso in cui il mercato andasse nuovamente fuori controllo, ma è difficile capire se la situazione sia più grave. Dal punto di vista tecnico, invece, è ora chiaro che le società high-tech, guidate dal comparto social media, sono entrate in una fase ribassista del mercato. 

 

Dall’altro lato, si potrebbe dire che storicamente i livelli raggiunti dalle valutazioni, conclude Zivkovic "hanno un peso e che azioni che scambiano a un rapporto prezzo/utili particolarmente elevato tendono a subire correzioni a prescindere da quanto sia innovativo il loro business o promettente il loro tasso di crescita. Per fare un esempio, nell’era delle dot-com AOL aveva raggiunto una capitalizzazione di 222 miliardi di dollari, con un multiplo di 80/100 volte il PER, per finire poi acquisita da Verizon nel 2015 per 4,4 miliardi di dollari".

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