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12/6/2018
Gli investitori rispondono in maniera tiepida agli asset del Regno Unito, nell'ultimo trimestre dell'anno, con la percentuale di soggetti interessati a incrementare le proprie attività nel Paese in calo al 15% rispetto al 21% del periodo precedente.
E' quanto emerge dall'indice Brexometer di State Street Corporation, l'indagine trimestrale sul sentiment degli investitori istituzionali rispetto all'impatto economico della Brexit.
Resta invece invariata nel quarto trimestre la percentuale di investitori (20%) che intende ridurre le proprie posizioni in termini di asset nel Regno Unito.
“Il sondaggio Brexometer di questo trimestre è stato condotto durante la prima settimana di novembre, un momento in cui, teoricamente, c’erano crescenti aspettative di raggiungere un accordo sulla Brexit”, ha affermato Michael Metcalfe, responsabile global macro strategy di State Street Global Markets. "In questo contesto, il sondaggio ha rilevato che l’atteggiamento degli investitori nei confronti delle proprie posizioni nel Regno Unito è rimasto pressoché invariato. Questa cautela si è dimostrata giustificata in base agli sviluppi registrati nel corso del mese di novembre e, mentre alcuni ostacoli significativi sono venuti meno, ora il voto del parlamento britannico resta probabilmente la più grande sfida al raggiungimento di un accordo sulla Brexit.
Inoltre, a differenza del terzo trimestre, quando l’outlook per l'economia globale a medio termine era più ottimistico, con un sentiment positivo degli investitori in aumento al 43%, ora il numero di chi nutre aspettative negative è raddoppiato, passando dal 15% al 30%. Questo è il dato negativo più alto mai registrato dall'inizio del sondaggio, in crescita del 7% rispetto al precedente record negativo del 23% riportato nel secondo trimestre del 2018.
Infine il sondaggio del quarto trimestre ha rilevato che, se da un lato l'80% degli investitori prevede che la Brexit avrà un impatto sul proprio modello operativo, dall’altro la percentuale di coloro che si aspettano un impatto significativo è scesa dal 26% del terzo trimestre al 18% attuale.
A livello valutario invece: “Le performance della sterlina continueranno ad essere fortemente influenzate dalle notizie sulla Brexit. La valuta resta considerevolmente svalutata per via delle incertezze future, registra dei rally in concomitanza con le notizie positive sui negoziati, per poi scendere nuovamente quando diventa più elevato il rischio di non arrivare a un accordo”, ha aggiunto Bill Street, responsabile degli investimenti per l’area EMEA di State Street Global Advisors.
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